Nati il 29 maggio: il giurista pinerolese Michelangelo Tonello
Tra i giuristi e politici piemontesi dell’Ottocento un posto importante spetta a Michelangelo Tonello, docente universitario, quindi rettore dell’Università di Torino, magistrato, senatore e segretario generale del Ministero della pubblica istruzione.
Tonello nasce a San Secondo (oggi San Secondo di Pinerolo) il 29 maggio 1800 da Carlo e da Caterina Maria Labey. Rimasto orfano di madre in tenera età, viene cresciuto con i fratelli Giovanni Battista, Francesco Giovanni e Giovanni Andrea dal padre notaio e dalle zie paterne, Francesca e Benedetta. Compiuti i primi studi a Pinerolo, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza di Torino, dove si laurea ad appena 19 anni. Per un breve periodo si dedica al patrocinio delle cause, ma preferisce seguire una naturale vocazione allo studio e all’insegnamento: nel luglio 1825 consegue l’aggregazione alla facoltà di giurisprudenza. Tale scelta gli dischiude la strada alla cattedra universitaria, a cui Tonello affianca l’approfondimento della storia, della filosofia e dei classici della lingua italiana. Nel 1836 viene nominato professore effettivo di istituzioni canoniche, otto anni dopo assume la cattedra di diritto canonico e successivamente quella di diritto romano.
Liberale moderato, Tonello stringe un rapporto duraturo con Vincenzo Gioberti, del quale fin dal 1845 promuove la pubblicazione delle opere grazie a un’associazione sorta a tale scopo. E molto stimato da Casa Savoia per le sue competenze giuridiche e come consulente viene più volte ascoltato in materia di pubblica istruzione. Ma non solo. Grazie alla stima acquisita, compie un’importante carriera diplomatica e politica. Viene eletto deputato nella prima legislatura del Parlamento subalpino nel collegio di Sanfront e di lì a poco, il 19 agosto 1848. Diviene primo ufficiale del ministero dell’Istruzione pubblica, quindi segretario generale dello stesso ministero e, ancora, membro straordinario del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione. Per le molte benemerenze acquisite, nel 1849 gli viene conferita la croce di cavaliere dell’Ordine mauriziano e per altre due legislature è eletto deputato nel collegio di Saluzzo. Nel 1858 sposa Quintilia Crosa: la coppia non avrà figli, ma accoglie come tali due orfani ridotti in misere condizioni.
Accanto alla carriera accademica e agli impegni amministrativi e politici, Tonello svolge la professione di magistrato, come giudice prima supplente (1857-62) e poi effettivo (1862-72) presso il tribunale supremo di Guerra. Da esperto e navigato giurista, Tonello torna alle attenzioni della monarchia sabauda e del governo proprio sui temi del rapporto Stato-Chiesa, ai quali legherà in seguito la sua più ampia notorietà. E’, infatti, inviato a Roma una prima volta nell’agosto del 1850 per tentare una mediazione con il Papato sull’arresto di un arcivescovo in seguito all’approvazione delle leggi Siccardi. Nel 1854 è presidente della commissione incaricata di verificare lo stato dei lasciti pii in favore dell’istruzione pubblica, mentre dal 1857 al 1865 è membro della commissione di sorveglianza sulla Cassa ecclesiastica e presidente del Consiglio di amministrazione presso l’Economato generale dei benefizi vacanti. Infine, nel 1866 viene chiamato dal ministro di Grazia e Giustizia e Culti Francesco Borgatti per studiare i regolamenti in esecuzione della legge sulla soppressione delle corporazioni religiose.
Al termine delle sue delicate missioni capitoline, Tonello fa ritorno per un breve periodo in Piemonte. Per i servigi resi e la paziente opera profusa nel corso della delicata trattativa diplomatica con il papa, il 12 marzo 1868 viene nominato senatore da Vittorio Emanuele II. Altre onorificenze si aggiunsero nel 1871, con la nomina al grado di grande ufficiale della Corona d’Italia e nel 1872 a quello di gran cordone dell’Ordine mauriziano. Nel 1871 entra a far parte del Consiglio del Contenzioso diplomatico e l’anno successivo della commissione di vigilanza sull’amministrazione della Cassa militare.
Alla fine del 1872, Tonello chiesde e ottiene il proprio collocamento a riposo. Fa ritorno definitivo in Piemonte con la moglie. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da una lenta e inesorabile malattia. Trascorre lunghi periodi di riposo a Revello (Saluzzo), in Valle Po. Muore a Torino il pomeriggio del 2 dicembre 1879.