Nati il 3 luglio: il pilota di moto e auto Biagio Nazzaro
Nipote di Felice Nazzaro, grande pilota pilota automobilistico dei primi decenni del secolo scorso, Biagio Nazzaro, soprannominato Biasin dagli sportivi e dai cronisti dell’epoca, nasce a Torino il 3 luglio 1892. Proveniente da un’agiata famiglia di commercianti di legname in corso Casale, poi convertitesi all’industria automobilistica, è dapprima podista, successivamente ciclista, motociclista e aviatore (durante la “Grande Guerra” addestrerà i piloti militari italiani a Cameri), prima di subire il fascino delle quattro ruote per tradizione di famiglia.
Biasin inizia il suo ciclo di vittorie sulle due ruote nel 1919, anno in cui vince, su moto Della Ferrera 350cc, la cronoscalata Sassi-Superga. Ancora con la “Della Ferrera” si aggiudicae nel 1920 la Aosta-Gran San Bernardo e il campionato italiano di velocità sul circuito di Gallarate, affermandosi anche nella Como-Brunate e nella Coppa della Consuma. Passato alla “Indian”, nello stesso anno vince la gara in salita Cernusco-Montavecchia e il Gran Premio d’Italia a Orbassano. Nel 1921, sempre con la “Indian”, è primo assoluto e stabilisce un nuovo record nel Raid Nord-Sud Milano-Napoli; primo assoluto inoltre nella Biella-Oropa, nella Coppa della Consuma, nella Susa-Moncenisio. Inoltre, stabilisce per di più il 10 luglio a Cremona il record mondiale di velocità con 154,506 km/h, primeggiando sempre quell’anno nel campionato italiano su pista al velodromo di Torino e aggiudicandosi il titolo di campione italiano assoluto su strada e la maglia tricolore.
Partecipa anche a varie corse con la “Harley Davidson 1000” sulla quale vince al circuito del Pino. Passa quindi all’automobilismo, correndo per la Fiat, senza abbandonare del tutto la moto. La sua ultima vittoria motociclistica fè colta, come la prima, ancora sulla Sassi-Superga, a bordo della “Indian 1000” (30 aprile 1922).
Biagio Nazzaro perde la vita in un incidente durante il Gran Premio dell’Automobile Club di Francia sul circuito di Duppigheim, presso Strasburgo (gara vinta proprio dallo zio) che coinvolge anche il meccanico Felice Germano, il quale riesce a salvarsi. Il funerale fa registrare un’enorme partecipazione popolare, come mai era accaduto a Torino. Il feretro, seguito e attorniato da 230.000 persone, percorre le vie del capoluogo piemontese sotto una continua pioggia di fiori, lanciati dalle case. Le orazioni funebri sono molteplici e prendono la parola, tra i tanti, Giovanni Agnelli, Cesare Goria Gatti e Gustavo Verona. Nazzaro riposa al Cimitero monumentale di Torino.
Il Moto Club di Torino per ricordarlo ha posto una lapide nel quartiere Sassi, sulla strada di Superga all’angolo con corso Casale, tuttora visibile. Al Motovelodromo di corso Casale è presente sin dal 1923 il suo busto in bronzo. In suo onore, sull’onda lunga dell’emozione popolare susseguitasi alla sua scomparsa, vengono intitolate parecchie società sportive, quasi tutte estranee ai motori, tra cui lo “Sport Club Biagio Nazzaro”, società ciclistica torinese, la società di ginnastica e scherma di Trieste, la società atletica di Tagliuno (Bg) e due squadre di calcio: la “Biagio Nazzaro Riccione” e la Polisportiva Biagio Nazzaro di Chiaravalle (An). Quest’ultima è l’unica ancora esistente, con la denominazione A.S.D. Biagio Nazzaro.