Nati il 30 maggio: il calciatore e allenatore torinese Federico Allasio
E’ stato compagno di squadra di Franco Ossola, quando il Torino non era ancora quello degli Invincibili, ma aveva già appuntato sulle maglie i primi scudetti e i tricolori concentrici della Coppa Italia. E con le formazioni giovanili granata, i famosi Balon Boys, nasce calcisticamente Federico Allasio, classe 1914. Nel capoluogo piemontese viene alla luce il 30 maggio e sin da bambino si appassiona al al gioco più bello del mondo. Dopo la trafila nelle giovanili, esordisce nel massimo campionato (è il 20 novembre 1932) a Napoli come mediano destro al fianco di Antonio Janni, di cui diventerà il successore.
In nove campionati con il Torino gioca 170 partite segnando 18 reti, non poche per un mediano. In quel Torino di “transizione” inizia a giocare con uomini cardine del primo scudetto granata come Libonatti, Rossetti e appunto Janni fino a lasciare la maglia granata quando in squadra milita già Franco Ossola primo pilastro del Grande Torino. Grande e grosso, eccelle nel gioco aereo e i suoi interventi in chiusura sono spesso rudi, mentre è meno preciso nella costruzione del gioco. In quegli anni forma con i laterali Gallea ed Ellena una grande linea mediana che riporta il Torino della seconda metà degli Anni Trenta nelle parti più alte della classifica e a vincere la Coppa Italia nel 1936. Proprio in quest’ultimo anno Federico Allasio diviene padre di Marisa, destinata a diventare negli Anni Cinquanta una star di Cinecittà, diretta da registi importanti come Dino Risi, Mauro Bolognini, Franco Zeffirelli.
Dopo nove stagioni in granata, nell’estate del 1941 passa al Genoa 1893 di Cuniolo dove gioca sino al 1946, facendosi apprezzare anche per le sue doti umane, oltre che di serio calciatore. Nei primi mesi del 1945 Allasio fa parte della rosa della squadra rossoblu che partecipa alla Coppa Città di Genova che sostituì il normale campionato a causa degli eventi bellici che sconvolgono l’Europa in quel periodo. La competizione è vinta dai rossoblu che sorpassano all’ultima giornata i rivali del Liguria; ad Allasio e a ciascun vincitore della competizione vengono date in premio 20 mila lire dal futuro presidente rossoblu Antonio Lorenzo.
La sua ultima stagione da calciatore (1946-47) la disputa a Suzzara nel 1946-47, rivestendo il doppio ruolo di giocatore-allenatore. L’anno successivo, inizia la carriera di allenatore di serie A nel Genoa subentrando, a stagione avviata, al celebre “Padre di tutti i mister”, l’inglese William Garbutt. In seguito guiderà la Lucchese, il Bari, il Cagliari (che lascerà poco dopo la cessione del cannoniere Erminio Bercarich e un cambio ai vertici della società, che lo sostituirà con Ottavio Morgia) e la Lazio.
Nel 1958-59 inizia la stagione come allenatore del Torino ma un pessimo clima societario e una squadra non all’altezza lo portano all’esonero. La squadra finisce ultima e per la prima volta nella sua storia è costretta a giocare in serie B. L’anno dopo tuttavia, Allasio si riprende la rivincita ottenendo una delle sue migliori prestazioni a livello tecnico guidando il Bologna che si classifica al quinto posto nel campionato del 1959-60, in cui schiera Giacomo Bulgarelli come titolare, che della squadra diventerà un capitano storico. Da ricordare anche una promozione in serie A ottenuta nel 1958 allenando il Bari.
Oltre all’attività di allenatore, Allasio intraprende anche quella dirigenziale, tanto che nel 1963 viene nominato direttore generale della Turris, ruolo che ricoprirà per un anno. Dopo alcune stagioni vissute ancora come allenatore, tornò nella società campana in veste di direttore sportivo dal 1969 al 1971. Muore a Polonghera, in provincia di Cuneo, il 27 maggio 1987.
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