Nati il 6 luglio: l’attore torinese Alberto Collo, tra i divi più conosciuti del cinema muto
Alberto Collo nasce a Piobesi Torinese il 6 luglio1883. Inizia come attore dialettale nella compagnia di Dante Testa, dove nel 1908 viene notato da Arturo Ambrosio che lo scrittura per la sua casa cinematografica, la Ambrosio Film. Nel 1909 passa alla Itala Film, che lo scrittura per interpretare ruoli femminili macchiettistici al fianco di Cretinetti, e nel 1911 alla neonata Savoia Film in ruoli da “cattivo”. Successivamente lavora per le case cinematografiche Celio Film, Tiber Film, Fert e Alba Film.
Tra il 1912 e il 1924 è uno dei protagonisti del cinema muto italiano in ruoli di amoroso, diretto da registi come Baldassarre Negroni, Mario Almirante, Guido Brignone e Augusto Genina, al fianco di colleghi come Emilio Ghione, Oreste Bilancia e con alcune delle più conosciute dive del periodo: Francesca Bertini, Hesperia, Leda Gys, Diomira Jacobini, Maria Jacobini, Italia Almirante Manzini. Nel 1915 ha una parte anche in quello che è considerato uno dei film di maggiore successo del cinema muto italiano: “Assunta Spina”.
Nel 1925, con la crisi degli studi Fert rilevati poi da Stefano Pittaluga, Alberto Collo abbandona il mondo della celluloide partecipando solo sporadicamente a qualche produzione (tra il 1926 e il 1939 il suo nome compare nel cast di quattro film). Nel 1928, tornato a Torino, è scritturato nella compagnia di riviste di Dedè di Landa con Macario ancora agli inizi, poi con Emilio Ghione per le proiezioni de “Il fornaretto di Venezia”, al termini delle quali Collo e Ghione si esibivano in alcune scenette comiche.[1] Nel 1931 ritornò al teatro dialettale con la compagnia “La Stabile di Torino”.
Nel dopoguerra, tra il 1950 e il 1954, ottiene delle piccole parti in alcuni film tra cui “Arrivano i nostri” di Mario Mattoli, dopodiché malato, senza lavoro, nella più completa indigenza, viene soccorso dalla trasmissione radiofonica “Ciak” che apre una sottoscrizione a favore dell’attore, arrivano presso la redazione offerte, regali, assegni e vaglia sino alla raccolta di 400.000 lire, inoltre la Presidenza della Repubblica si attiva perché Collo venga ricoverato con urgenza in un ospedale torinese per le cure di cui ha bisogno, anche se non saranno sufficienti per guarirlo. Muore a Torino nel 1955.
(fonte: Wikipedia)