Nati l’1 luglio: Prospero Balbo, conte di Vinadio
Tra le importanti figure nella vita nella città di Torino a cavallo tra XVIII e XIX secolo, un posto di rilievo spetta indubbiamente a Prospero Balbo sindaco nel 1789, dopo una carriera che lo vede impegnato nella nascita della Accademia delle Scienze e nella vita politica del Regno come mediatore tra Monarchici e Filo-Francesi.
Nato a Chieri l’1 luglio 1762 da Carlo Gaetano e da Paola Benso, all’età di tre anni, per la morte del padre, è accolto in casa del conte G. B. Lorenzo Bogino, secondo marito della nonna materna, Teresa Beraudo dei conti di Pralormo. Dopo aver frequentato i corsi di retorica e di eloquenza italiana, quelli di scienze naturali e di matematica, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’università torinese, dove si laurea nel 1780. Tre anni più tardi entra a far parte della neonata Accademia delle Scienze. Nel 1788 ne diviene segretario aggiunto e dal 25 novembre 1815 presidente perpetuo. Tra il 1789 e il 1791, partendo dal lavoro fatto da Gianfrancesco Galeani Napione, scrive cinque saggi di aritmetica politica.
In qualità di politico, ha un ruolo di mediazione tra partito del legittimismo monarchico (conservatore) ed il partito filo-francese (innovatore). Il 22 febbraio 1789, dopo un trascorso nella giunta comunale, diviene sindaco di Torino e si sposa con Enrichetta Tapparelli d’Azeglio (Torino 4 aprile 1772-marzo 1792) di appena diciassette anni. Da lei ha tre figli: il primo è Cesare Balbo (21 novembre 1789), futuro primo ministro del Regno di Sardegna, poi Ferdinando (27 gennaio 1791) e Paolina (4 marzo 1792).
Nel 1796, per volere di Vittorio Amedeo III, parte alla volta di Parigi in qualità di ambasciatore, mentre nel 1805 per volere di Napoleone è nominato Rettore dell’Università, ma con l’avvento della restaurazione, nel 1814 viene allontanato dalle cariche. Sarà richiamato da Vittorio Emanuele I con l’obiettivo di sistemare le finanze. Nel 1819 diviene ministro della Pubblica Istruzione, mentre tra il 1820 ed il 1821 è ministro degli Interni, ma a seguito della bozza di costituzione che presenta al Re l’11 marzo 1821 perde l’appoggio di Carlo Felice ed è costretto così a chiudere la sua carriera politica.
Dal 1821 al 1831 dedica il suo impegno agli studi, dopo di che ottiene un altro incarico come capo della sezione di finanze del Consiglio di Stato ma si dimette nel 1834. E’ il primo presidente della Regia Deputazione di Storia Patria (poi Deputazione Subalpina di Storia Patria), istituita da Carlo Alberto nel 1833 per sviluppare gli studi sulla storia dei suoi domini e della dinastia. Prospero Balbo muore a Torino all’età di quasi 75 anni, nel marzo 1837.