Nati l’11 agosto: il matematico torinese Carlo Ignazio Giulio
Forse il suo nome non dirà molto ai più, anche se Carlo Ignazio Giulio è stato uno tra gli economisti di idee liberali più illuminati del XIX secolo. Importante è stato il suo apporto al progresso economico e sociale del Piemonte e per l’impegno profuso nell’intensificare l’istruzione tecnico-professionale.
Il nonno paterno esercita la professione notarile e ha tre figli: Giacomo, sacerdote, Filippo, anch’egli notaio, e Carlo Stefano, che è medico e scienziato. Quest’ultimo, nato nel Canavese, è professore di anatomia e fisiologia all’Università di Torino. Si interessa anche di elettricismo animale, di demografia e di economia agraria. Al tempo della Rivoluzione francese sposa gli ideali giacobini e durante l’occupazione francese del Piemonte assume incarichi di governo, costituendo tra il 1800 e il 1801 con Carlo Botta e Carlo Bossi la cosiddetta Commissione dei tre Carli, l’esecutivo per il governo del Piemonte. Carlo Stefano sposa Barbara Millet, una figlia di commercianti di origine francese, che l’11 agosto 1803 a Torino dà alla luce Carlo Ignazio.
Proprio a Vercelli Carlo Ignazio frequenta le scuole elementari e il ginnasio. Dopo la caduta dell’Impero napoleonico, con la conseguente destituzione del padre dalle cariche che occupa, si trasferisce a Torino dove viene seguito negli studi da Giovanni Giorgio Bidone, idraulico insigne e professore di meccanica razionale all’Università. Qui, nel 1823, dopo aver frequentato i corsi di matematica e fisica, diviene “ingegnere civile, ossia architetto idraulico”. Quattro anni di pratica nella professione gli valgono l’aggregazione al Collegio dei dottori della facoltà di matematica e quindi il titolo di ingegnere collegiato nel 1827 e tre anni più tardi ottiene la “reggenza” della cattedra di meccanica.
A lui si deve l’apertura di nuove Scuole tecniche in grado di istruire sulle applicazioni pratiche della scienza all’industria, come l’Istituto tecnico fondato nel 1845, in cui si tenevano lezioni serali di Geometria, di Meccanica, di Chimica applicata alle arti, di Agraria forestale e di altre discipline, insegnate utilizzando disegni murali e modelli materiali, che costituirono il primo nucleo delle collezioni della Scuola di applicazione per gli ingegneri sorta a Torino nel 1860.
Attento all’aspetto applicativo e sperimentale, nei suoi lavori Giulio si occupa di idraulica, di fisica e di meccanica e le sue pubblicazioni più significative riguardano la posizione del baricentro di una porzione di superficie sferica, le correzioni al calcolo di F. Carlini sul valor medio della densità della terra, i risultati di esperienze da lui condotte sulla resistenza e sull’elasticità dei materiali, le leggi degli allungamenti, il confronto dei pesi specifici dei fili di ferro prodotti in Piemonte, le conferme sperimentali delle teorie di D. Poisson sulla resistenza alla torsione di verghe cilindriche, i teoremi sull’intensità di illuminazione, gli studi sulla resistenza allo stiramento delle molle elicoidali e quelli sulla resistenza dell’aria all’oscillazione dei pendoli.
Per le sue capacità pratiche e per le sue doti diplomatiche e di economista Giulio viene insignito di numerose cariche: membro della Commissione di Statistica (1840), preside di Facoltà, rettore dell’Università (1844), relatore centrale nell’Esposizione industriale di Torino (1844), membro della Camera di Commercio, della Commissione dei pesi e delle misure (1845) e del Consiglio superiore del Ministero della pubblica istruzione, senatore del Regno, commissario all’Esposizione Universale di Parigi (1855) e consigliere di Stato (1856). E’ pure socio di numerose Accademie e Società.
Oltre alla ricerca scientifica e tecnica i suoi interessi si rivolgono alla riforma dei curricula scolastici, così come alla formazione professionale di tecnici e artigiani, favorito in questo dall’appoggio di Camillo Cavour. A tale proposito, promuove e partecipa attivamente alle Scuole di meccanica e di chimica applicate alle arti che fa istituire presso l’Accademia delle scienze di Torino. Da questa esperienza nasce l’Istituto tecnico torinese, nucleo originario della Scuola di applicazione per gli ingegneri che sarà prevista dalla legge Casati (1859) e di cui Carlo Ignazio Giulio non vedrà l’attuazione per la sua prematura morte che avviene a Torino il 29 giugno 1859, quando ancora deve compiere 56 anni. A lui è dedicata una strada del centro torinese e una scuola comunale che ha sede nella stessa via.