Nati l’8 maggio: Vittorio Amedeo I duca di Savoia
Vittorio Amedeo I di Savoia nasce a Torino l’8 maggio 1578, figlio di Carlo Emanuele I di Savoia e di Caterina Michela di Spagna. Il giovane Savoia trascorre buona parte della fanciullezza alla corte di Madrid, secondo la volontà del padre. Alla morte del fratello Filippo Emanuele, principe ereditario, Vittorio Amedeo viene nominato legittimo erede e a Racconigi, il 21 gennaio 1607, Carlo Emanuele I vuole che la corte giuri fedeltà al figlio secondogenito.
In seguito alla crisi di rapporti con la Spagna e all’avvicinamento del padre alla Francia, Vittorio Amedeo viene fatto sposare alla sorella di Luigi XIII, Cristina di Borbone-Francia, la futura prima “Madama Reale”. A chiedere la mano della principessa francese vanno, come ambasciatori, il cardinale Maurizio di Savoia e il vescovo di Annecy Francesco di Sales. Il 10 febbraio 1619, giorno in cui Cristina compie tredici anni, i due vengono uniti in matrimonio. Rimasta fino a settembre 1619 a Parigi, la coppia parte in seguito per il Piemonte. In novembre, raggiunta Chambéry, è ricevuta dalla corte e si dà inizio ai festeggiamenti.
Cristina porta a Torino quella spensieratezza che da tempo si respira alla corte parigina. Vittorio Amedeo, uomo poco avvezzo alla vita mondana, partecipa malvolentieri alle feste organizzate dalla moglie, sebbene l’ami profondamente. Alla gioia di vivere introdotta da Cristina preferisce solitarie passeggiate nei boschi o la caccia.
Vittorio Amedeo sale al trono alla morte del padre, nel 1630. La politica di Carlo Emanuele (in particolare il suo coinvolgimento nella seconda guerra del Monferrato) porta ad una forte instabilità nei rapporti con Francia e Spagna. Nel 1631 è costretto ad accettare il trattato di Cherasco e l’occupazione di Pinerolo da parte della Francia, con la quale si allea nel 1635 durante la guerra dei Trent’anni. Alla nascita dell’erede maschio, Francesco Giacinto di Savoia, Vittorio Amedeo I cerca di aumentare il prestigio della casata attribuendosi il titolo reale di Cipro, in quanto discendente dei Lusignano. Una scelta che gli procura scontri diplomatici con Venezia e con il papa Urbano VIII, che non lo riconoscono.
La sua morte durante la campagna contro la Spagna (forse avvelenato, ma più verosimilmente di malaria) apre per lo Stato sabaudo un periodo di crisi sotto la reggenza della vedova. E’ sepolto in una cappella del duomo di Vercelli, accanto alle tombe di Carlo I, Carlo II e della duchessa Jolanda.