Nel prossimo triennio verranno erogate 119 borse di studio in medicina generale
TORINO. L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta affida a un tweet una dichiarazione importante per il sistema sanitario. Si legge infatti che la Regione Piemonte per il triennio 2018/2021 erogherà 119 borse di studio di medicina generale, confermando l’aumento del 50% avvenuto negli ultimi anni, anche se a livello nazionale servono più soldi. Le Regioni li chiederanno al neo ministro Giulia Grillo.
Questa notizia rientra in quella annunciata qualche mese fa da Saitta in veste di coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, riguardante l’accelerazione del finanziamento delle borse di studio, che potrebbero arrivare quasi a 2 mila in tutte le regioni italiane nel 2018, grazie anche alla disponibilità finanziaria di ogni singola regione. «Credo che questa sia la strada su cui si può lavorare per un rilancio dell’apporto dei medici di medicina generale nell’ambito del servizio sanitario nazionale», aveva affermato Saitta.
Durante la riunione della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, svoltasi il 23 maggio scorso, tutti gli assessori avevano lanciato un allarme rispetto al rischio reale di chiudere i servizi per carenza di medici specialisti. «È da anni – aveva detto Saitta – che chiediamo di adeguare l’offerta formativa, anche perché la mancanza di specialisti sta determinando in molti ospedali italiani seri problemi di funzionamento, soprattutto nei territori marginali e poco urbanizzati. Per questi motivi chiediamo un incontro immediato al prossimo Governo».
A proposito dei progetti del nuovo ministro della Salute, Giulia Grillo, sul quotidiano online d’informazione sanitaria (quotidianosanita.it) si legge della necessità di assumere il personale medico e sanitario necessario. Quanto agli specializzandi, nel contratto si spiegava che i posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. Si aggiunge, inoltre, come al momento quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole universitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del Miur. “Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rivedendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Si vuole inoltre consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche necessarie allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014)”.