Non tutti sanno che… i mitici Cacciatori delle Alpi iniziarono le loro imprese a Cuneo
Pochi ne sono a conoscenza, ma i mitici Cacciatori delle Alpi, che a partire dal 1859 combatterono le guerre di indipendenza, iniziarono le loro imprese eroiche proprio a Cuneo. La nascita fu suggellata da un decreto reale del 17 marzo 1859, mentre per l’occasione Giuseppe Garibaldi fu nominato Maggior Generale dell’esercito sardo, alle dipendenze del Ministero degli Interni.
Al neocostituito Corpo, però, non vennero assegnati i volontari migliori; questi ultimi furono inseriti nei ranghi dell’esercito regolare. A Garibaldi vennero dati i più giovani, con scarsa o nulla esperienza militare, i più anziani e quelli scartati per difetti fisici. Di contro, gli ufficiali furono quelli voluti da lui, tutti valorosi combattenti che si erano distinti nel 1849 nella difesa della Repubblica Romana e di Venezia.
Garibaldi ed i suoi uomini indossarono l’uniforme dell’esercito sardo e per l’addestramento un primo deposito venne aperto a Cuneo e successivamente altri due a Savigliano. In seguito al grande afflusso di volontari, il 16 aprile 1859, venne aperto un quarto deposito ad Acqui per la formazione di un nuovo corpo che venne denominato “Cacciatori degli Appennini”.
Al 12 maggio, la forza presente era già di 129 ufficiali e 3347 gregari, suddivisi in tre reggimenti; i Cacciatori degli Appennini, alla stessa data avevano in totale 1596 uomini. Nei mesi successivi i numero aumentarono tanto da portare alla formazione di un 5° reggimento.
Il 3 agosto 1859 Garibaldi, amareggiato per le clausole dell’armistizio, chiese al Re di venire esonerato dal comando del Corpo e di venire trasferito all’Esercito dell’Italia Centrale. Il 7 settembre 1859 i Cacciatori delle Alpi venivano incorporati nell’esercito sardo nella “Brigata Cacciatori delle Alpi” suddivisa in due reggimenti, mentre il “Battaglione Adolescenti” che era stato costituito da Garibaldi venne sciolto.
Successivamente, la denominazione di Cacciatori delle Alpi fu trasmessa a reparti dell’Esercito Italiano che ne perpetuarono le tradizioni, un Corpo includente reparti di Fanteria e di Artiglieria Semovente e da Campagna contraddistinti nell’uniforme ordinaria e di gala dalla cravatta rossa.