Percorrere la strada del Brachetto per ammirare luoghi e paesaggi eccezionali
ASTI. Se avete bisogno di ferie, ma percepite lontani l’arrivo di quei giorni di riposo e relax, vi consigliamo vivamente di intraprendere un piccolo viaggio all’interno di una delle strade del vino che l’associazione Astesana Strada del Vino promuove all’interno del territorio del Monferrato e delle Langhe.
Oggi vi parliamo di uno di questi percorsi immersi nella natura astigiana: la Strada del vino Brachetto, un vino dal colore rosso rubino, vivace e fresco, proprio come i luoghi da cui proviene. Tutte le strade del vino sono percorribili in macchina, in bicicletta, o anche a piedi, per i più determinati, ma soprattutto… allenati. La mappa dettagliata dell’itinerario è scaricabile dal sito http://www.astesana-stradadelvino.it/
MOMBARUZZO. Dalle origini per lo più ignote, secondo lo storico Aldo di Ricaldone, Mombaruzzo sarebbe il “mons Barutii”, il colle del romano Barus (o Barutius), dove possedeva un podere con relativa villa e fattoria. Oggi invece il paese di Mombaruzzo è noto per i suoi gustosi amaretti, famosi in tutto il Piemonte e non solo. Si narra che grazie ad un economo di casa Savoia, di nome Francesco Moriondo, si diede vita a questa longeva tradizione. Tutto quindi prese forma nel corso del XVIII secolo. Il signor Moriondo si innamorò di una giovane di origine siciliana, anch’ella di servizio presso la casa reale come pasticcera. La fanciulla preparava un dolce a base di mandorle, che continuò a cucinare anche nel piccolo laboratorio di pasticceria a Mombaruzzo, dove si stabilì insieme al suo innamorato. I biscotti alla mandorla vennero a poco a poco perfezionati e la loro ricetta si arricchì inoltre di un ingrediente speciale, l’armellina, che donava un particolare gusto amarognolo ai dolcetti. Ecco che molti pasticceri nei dintorni si incuriosirono a tal punto, da produrli a loro volta, trasformandoli in una tipicità locale, che è giunta fino a noi e che ha dato a Mombaruzzo la fama, che tutti ormai conosciamo.
MARANZANA. Abbiamo dedicato a questa tappa un articolo intero, perché a Maranzana bisogna trascorrere qualche ora, non basta una toccata e fuga. È rilassante passeggiare tra le sue vie e fare la conoscenza dei babaci, che abitano ogni angolo del paese. Consiglio di leggere l’articolo dedicato per saperne di più.
QUARANTI. Ci troviamo nel più piccolo comune delle città del vino, con soli 200 abitanti e 220 ettari coltivati a vite su un territorio complessivo di 300 ettari. In passato Quaranti ha subito, come altri piccoli borghi astigiani, la piaga dello spopolamento, ma la sua popolazione è riuscita a fronteggiarla ed oggi contribuisce al conferimento delle uve alla più antica Cantina Sociale del Piemonte (1903), quella di Mombaruzzo. A Quaranti tutti coltivano la vite, anche il sindaco e gli amministratori comunali! La vita del paese ha come fulcro, infatti, proprio la produzione di uva e vino, che sono da sempre l’orgoglio di tutti i cittadini, che hanno contribuito alla creazione del museo dedicato alla civiltà rurale. Questa coesione fatta di passione e sacrificio passa attraverso la Bottega del Vino, attiva dal 1976, fino alla più recente istituzione, quella della Brachetteria d’Italia, datata marzo 1999, di cui si può ammirare il singolare monumento in ferro battuto, che riporta il motto “La vite è vita.”
A Quaranti esiste dal 1976 la Bottega del Vino
FONTANILE. Un nome così non può che far pensare all’acqua e a tutto ciò che ne è affine. Il paese di Fontanile si caratterizza infatti per la presenza di abbondanti acque sorgive. Il suo nome significa appunto “terra ricca di sorgive”. Ciò che salta subito all’occhio non appena si entra nel borgo sono i numerosi “murales”, che decorano il paese. Si tratta del progetto comunale “I muri raccontano…”, in cui passeggiando per le strade di Fontanile si possono ammirare le opere di Luigi Amerio, che raccontano le memorie del paese dal medioevo ad oggi. Le storie sono davvero tante, tra queste mi hanno colpito particolarmente quella che racconta la storia dell’automobile, che si trova su una cabina elettrica, installata nelle vicinanze del cimitero di Fontanile. Si può ammirare infatti una ragazza che fa benzina alla sua Fiat Cinquecento rossa. Nella via centrale si trovano altri racconti interessanti: su una saracinesca è rappresentato un vecchio negozio di sartoria, con all’interno la sarta e le sue lavoratrici, più avanti poi si scorge una finestra da cui si affaccia la Signora Michelina, una donna bionda, molto elegante, dallo sguardo sognante. Anche Fontanile è un borgo che merita qualche ora di sosta, i suoi murales riportano alla mente i vecchi aneddoti della vita di campagna e non solo.
Fontanile è celebre anche per i suoi murales…
Inoltre, i muri dipinti o parte di questi possono essere adottati da chiunque: il Comune richiede solamente un piccolo contributo (offerta a discrezione del donatore), che destinerà per una nuova decorazione all’interno del borgo. Sul sito del Comune di Fontanile si trovano tutte le informazioni.
CASTELLETTO MOLINA. Se siete alla ricerca di un po’ di pace, Castelletto Molina è il luogo che fa per voi. Sulla piazza principale del paese si possono visitare i principali luoghi d’interesse. La costruzione che occupa lo spazio maggiore è sicuramente il Castello dei Conti Veggi, di origine medievale, caratterizzato dalla presenza di cinque torri, utilizzate per difesa e come antiche carceri. Il Castello è privato e all’interno ci vivono diverse famiglie comproprietarie. La Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, parrocchiale, un tempo era rinchiusa nelle mura del castello. Verso la metà del Seicento venne completamente distrutta e, perciò, ricostruita e inaugurata il 20 novembre del 1688. Di fronte alla chiesa, troviamo l’elegante palazzo municipale.
ALICE BEL COLLE. Anche se non è inserito tra le tappe della Strada del Brachetto, Alice Bel Colle non può non mancare in questo simpatico tour, perché si trova proprio sulla strada. Arrivando nella piazza centrale del paese, si può accedere direttamente al Belvedere percorrendo alcuni scalini, che portano in cima per ammirare un paesaggio collinare magnifico. Di fronte al Belvedere è posizionata la Parrocchia di San Giovanni Battista, dedicata al patrono del paese.
CASTEL ROCCHERO. Anche per questo piccolo borgo la monocoltura della vite ha segnato profondamente la sua storia e le sue tradizioni. Castel Rocchero è terra di Brachetto, Moscato, Barbera e Dolcetto, i suoi paesaggi si traducono in uno spettacolo ininterrotto di filari e colline. Non appena si arriva in paese, una bellissima torre campanaria accoglie i visitatori curiosi, che vengono a scoprire questo piccolo borgo.
MONTABONE. Non appena si giunge in quel di Montabone, si ha la sensazione di tornare in un tempo antico, ormai molto remoto. Qui sembra che le stagioni non siano mai passate e che il paese abbia conservato molti dei suoi usi e costumi tradizionali. Montabone è un piccolo borgo-gioiello, conservato molto bene e curato in tutti i suoi dettagli. Situato in una splendida posizione panoramica, è arroccato sul colle, da cui prende il nome. Nella sua chiesa vengono conservati alcuni capolavori di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, massimo esponente della pittura piemontese tra Cinquecento e Seicento. Infatti, proprio a Montabone, nella contrada detta Alla Valle, il Moncalvo vide la luce nel 1568. La parte più caratteristica del paese è il suo centro storico, in cui sono state recuperate dall’amministrazione comunale gran parte delle antiche abitazioni in pietra. La via più suggestiva è quella centrale, che dalla porta trecentesca conduce alla parrocchiale e al parco giochi, dove anticamente sorgeva il castello.
La parte più caratteristica di Montabone è il centro storico
CASTEL BOGLIONE. Dopo una prima visita a Castel Boglione, si osserva molto bene come il corso del tempo abbia influenzato l’aspetto della cittadina: da un lato, la presenza massiccia e imponente della Chiesa parrocchiale, inaugurata nel 1900, dall’altro le immense strutture della cantina sociale e delle ditte connesse. La cartolina più bella però è lo scorcio che si vede dalla strada statale, da cui si arriva, dove si ha la visuale intera di tutto il complesso della Chiesa, immersa nel suo borgo.
L’itinerario della strada del Brachetto si conclude qui. Il percorso è davvero molto suggestivo, adatto soprattutto alla stagione primaverile o autunnale. Non dimenticatevi di concludere il tour con un buon bicchiere di Brachetto o di inserire delle soste in qualche azienda vitivinicola per assaporare questo ottimo vino.
Chiara Parella