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In un libro di Mauro Minola il genio piemontese tra scoperte, invenzioni e primati

E’ in libreria “Piemonte geniale. Il genio piemontese in invenzioni, scoperte, primati”, l’ultima fatica editoriale del torinese Mauro Minola, scrittore impegnato da parecchi anni in ricerche e pubblicazioni incentrate sulla storia del territorio piemontese e della dinastia sabauda, con particolare riguardo alle imprese militari.

In questo nuovo libro di Minola, edito per i tipi de Il Punto-Piemonte in bancarella, si ricostruiscono, con stile scorrevole e contenuti sempre ben documentati, le vicende esistenziali di personaggi in carne e ossa, oltre che di istituzioni prestigiose, che hanno profondamente segnato i destini e il volto del Piemonte moderno attraverso intuizioni, scoperte, innovazioni, nel campo della scienza e della tecnica, ma anche in altri settori dell’esperienza umana, dalla cultura al diritto, dall’equitazione all’archeologia, dalla pratica sportiva all’architettura militare.  

Il ritratto di un Piemonte fecondo, ricco di idee innovative e di iniziative imprenditoriali, capaci di travalicare i confini dei nostri territori per acquisire fama e successi a livello internazionale, viene tratteggiato da Minola con notevole maestria, concentrando in 54 capitoli di agevole lettura un’ampia carrellata di figure geniali, personalità poliedriche, dai molteplici interessi, sperimentatori ostinati e ingegnosi, accanto ad enti e istituzioni nate dalla volontà di migliorare le sorti dello Stato Sabaudo nel campo scientifico, medico, tecnico, infrastrutturale, agricolo.

Il volume di Minola si apre con un capitolo dedicato a una figura esemplificativa del carattere piemontese, il medico e chimico Ascanio Sobrero, che pochi ricordano nella sua patria, ma a cui si deve l’invenzione nel 1847 della nitroglicerina, sostanza esplosiva che si sarebbe rivelata fondamentale in tutto il mondo nel settore dei lavori pubblici, per effettuare gli sbancamenti necessari alla realizzazione di infrastrutture come ponti, gallerie, linee ferroviarie. La scoperta di Sobrero, che avrebbe avuto applicazioni anche in campo clinico nella cura delle malattie cardiovascolari, fu infatti l’indispensabile premessa per la messa a punto della dinamite, inventata dal più celebre Alfredo Nobel che, anche quando assurse a notorietà internazionale, ebbe sempre l’onestà di riconoscere i grandi meriti del chimico piemontese, senza le cui ricerche non sarebbe stata possibile la costruzione dell’impero industriale e finanziario del tecnologo e scienziato svedese, universalmente noto per l’omonimo premio (premio Nobel) da lui istituito.

Il variegato mosaico di menti geniali che hanno reso grande il Piemonte annovera poi un gran numero di scienziati, operanti nei settori più diversi: per citarne solo alcuni di quelli che incontrerete leggendo il libro, ricordiamo il fisico, matematico e religioso Giovanni Battista Beccaria, considerato tra i padri fondatori dell’elettricismo, l’ingegnere e fisico Galileo Ferraris, divenuto internazionalmente celebre per gli studi nel campo della distribuzione e del trasporto dell’energia elettrica, Scipione Riva Rocci, il medico valsusino che perfezionò lo sfigmomanometro a mercurio, l’apparecchio per misurare la pressione del sangue, il matematico e astronomo Giovanni Plana, famoso per i suoi scritti sulla teoria della Luna, che realizzò nel 1831il Calendario Meccanico Universale, oggi conservato nella sacrestia della torinese Cappella dei Banchieri e dei Mercanti, calcolatore meccanico considerato il primo vero computer della storia.  

L’ingegno dei piemontesi, a contatto con una geografia caratterizzata dalle asperità dell’ambiente alpino, ebbe anche modo di esprimersi nelle tecniche ingegneristiche legate alla realizzazione di infrastrutture capaci di permettere il trasporto di persone e di merci attraverso la catena delle Alpi, e qui risalta lo spirito innovatore del marchese di Saluzzo Ludovico II, il promotore del “Pertuis du Viso” (Buco del Viso o Galleria del Sale), spesso celebrato come il primo traforo alpino, realizzato tra il 1475 e il 1480 per agevolare i collegamenti tra la valle Po e il Queyras nel Delfinato, e la figura pionieristica di Colombano Romean, il valsus che nel 1526 venne incaricato dalle comunità locali di scavare una galleria nella montagna (Trou de Touilles o Gran Pertus) per portare acqua agli aridi terreni delle borgate di Ramats (Chiomonte) e di Cels (Exilles). L’impresa saluzzese e quella valsusina prefigurarono le gesta degli ideatori e realizzatori del più conosciuto Traforo ferroviario del Frejus, concepito dalle menti geniali di Germain Sommeiller, Sebastiano Grandis e Severino Grattoni per connettere il Piemonte alla Savoia e che vide, per la prima volta nella storia, l’impiego della perforatrice meccanica ad aria compressa, brevettata proprio dai tre ingegneri con lo scopo di accelerare i lavori di scavo.   

Ritratto dell’ingegner Germain Sommeiller, opera di Carlo Felice Biscarra (ante 1894 – archivio storico dell’Accademia delle Scienze di Torino).

Abbiamo detto che l’attenzione di Minola non è solo rivolta al mondo della scienza e della tecnica, con le loro varie applicazioni pratiche, ma anche ad altri settori dell’esperienza umana. Ci limitiamo a menzionare, come stimolo alla scoperta della variegata galleria di personaggi presentati nel libro, l’ambito del diritto e della prevenzione dei rischi, con la lungimirante decisione sabauda di sostenere la fondazione nel 1829 della prima compagnia assicuratrice, la Società di Assicurazioni Generale e Mutua contro gli Incendi (oggi Società Reale Mutua di Assicurazioni) voluta da re Carlo Felice di Savoia, che fu anche il sottoscrittore della prima polizza, il campo della museologia e archeologia, con la creazione nella prima metà dell’Ottocento del nucleo embrionale dell’odierno Museo Egizio, il più antico museo al mondo interamente dedicato alla civiltà egizia e il secondo al mondo per importanza dei reperti dopo quello del Cairo, nato dall’acquisizione, favorita dal conte Carlo Vidua e voluta da re Carlo Felice, della celeberrima collezione Drovetti, raccolta dal militare e diplomatico piemontese Bernardino Drovetti che fu console generale di Francia nell’Egitto di Mohammed Alì, e il filone dell’enogastronomia e dell’alimentazione, con figure di primissimo piano come Francesco Cirio, tra i primi al mondo ad applicare industrialmente la tecnica dell’appertizzazione (dall’inventore, il francese Nicolas Appert) come metodo di conservazione dei cibi, utile alla loro commercializzazione su vasta scala, e Antonio Benedetto Carpano, l’erborista che nel 1786 ideò a Torino la prima ricetta del Vermouth, miscelando erbe e spezie (tra cui l’assenzio, in tedesco wermuth) al vino moscato e lanciando sul mercato questo prodotto innovativo, destinato a divenire con il tempo sinonimo di aperitivo.

Speriamo, con questo breve scritto, di aver stimolato l’interesse e la curiosità dei lettori, invitandoli alla scoperta, o riscoperta, di tante personalità e di innumerevoli imprese e istituzioni che, operando in diversi ambiti, hanno contribuito a disegnare la fisionomia del Piemonte moderno e a proiettare la conoscenza e l’immagine della nostra “Patria cita” nel mondo.  

Paolo Barosso

Paolo Barosso

Giornalista pubblicista, laureato in giurisprudenza, si occupa da anni di uffici stampa legati al settore culturale e all’ambito dell’enogastronomia. Collabora e ha collaborato, scrivendo di curiosità storiche e culturali legate al Piemonte, con testate e siti internet tra cui piemontenews.it, torinocuriosa.it e Il Torinese, oltre che con il mensile cartaceo “Panorami”. Sul blog kiteinnepal cura una rubrica dedicata al Piemonte che viene tradotta in lingua piemontese ed è tra i promotori del progetto piemonteis.org.

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