Quando i giocatori del Toro andavano in ritiro in Val di Ala…
A Balme, alla frazione Cornetti, una targa ricorda l’antica baita in cui venivano ospitati Franco Ossola e gli altri giocatori granata
BALME. Nell’estate del 1939 Ferruccio Novo, presidente del Torino Calcio, in vista dell’imminente inizio del campionato 1939-1940, decise che i giocatori delle squadre giovanili e della prima squadra dovessero condurre le loro sedute atletiche e tattiche in quota, in Val di Ala.
Il clima fresco di montagna, in un contesto bucolico e rilassato, lontano dall’afa cittadina, avrebbe certamente comportato benefici effetti ai giocatori, non solo dal punto di vista atletico, ma anche mentale.
Ma non pensate ad un hotel a cinque stelle, e neppure ad una pensioncina a conduzione familiare: i ragazzi venivano ospitati in una sobria e appartata baita, in località Cornetti, sopra Balme, attrezzata in modo spartano per ospitare i giocatori, con i posti letto promiscuamente distribuiti in alcune stanzette, essenzialmente arredate, e con una sala più ampia adibita a refettorio, accanto alla cucina. Insomma: poco più di una casermetta di montagna, di quelle che fino a qualche decennio fa gli Alpini utilizzavano per le esercitazioni durante i cosiddetti campi estivi.
Questa rustica costruzione è ancora presente ai Cornetti, ed un cartello ricorda l’utilizzo che ne fecero i giocatori granata in quegli anni.
Di lì, gli atleti, partivano di corsa di buonora, seguendo un lungo e tortuoso percorso di sentieri e prati scoscesi, con i ritmi dettati dal fischietto cadenzato del Mister. Poi raggiungevano il borgo di Balme, dove in un campetto erboso si esercitavano a tirare con maestria e precisione i calci al pallone e a simulare gli schemi tecnici di gioco.
Nell’estate del ’42 i giocatori granata furono ospitati nell’albergo Camussot, ma i sentieri della Val di Ala continuarono ad essere battuti di corsa durante i loro quotidiani allenamenti. I Granata, che oltre ad Ossola schieravano Menti, Ferraris, Loik e Mazzola, vinsero il Campionato 1942-1943 e conquistarono la Coppa Italia.
Torniamo però alla baita dei Cornetti, di cui riproduciamo una fotografia, e all’estate del ’39 (con Ossola che costitutiva il primo tassello di quella squadra stupefacente che sarebbe poi diventata il Grande Torino): all’epoca, la formazione della Prima Squadra mancava ancora di molti importanti innesti. Ma anno dopo anno si andava rafforzando: era il Grande Torino che stava prendendo forma, la mitica squadra che di lì a poco avrebbe dominato il Campionato di calcio con un crescendo di consolidati successi, interrotti bruscamente solo dallo schianto di Superga.
In quel già citato 1939, sui sentieri dell’Alta Val di Ala, i giocatori erano allenati dall’ungherese András Kuttik, al quale sarebbe poi subentrato Antonio Janni, ex giocatore granata.
Nella rosa, come ricordato, c’era già Franco Ossola.
Le devastanti vicende belliche dopo l’8 Settembre del ‘43 impedirono ai granata di tornare ad allenarsi sui prati e tra i boschi di Balme, ma la squadra era ormai quella che tutti ammiravano per la sua forza e la sua dirompenza: solo il Fato avverso avrebbe bruscamente interrotto un luminoso e lungo percorso lastricato di vittorie. Lo stesso Fato che l’aveva distrutta e annientata, aveva al tempo stesso innalzato quella Squadra a Mito immortale, il Mito del Grande Torino.
Sergio Donna