Economia

Quanto vale il mercato delle app?

Il mercato delle app viene definito in crescita verticali dagli analisti, basandosi sugli indicatori statistici a disposizione: questo vale non solo per l’Italia ma il riferimento è a livello mondiale. Le fonti dei dati che andremo ora a snocciolare sono più che autorevoli e si basano sulla statistica, utilizzati perciò come basi per le previsioni future. Ad oggi si stima che in media un utente passi 4,5 ore al giorno utilizzando il telefono (fonte Report The State of Mobile 2021). L’investimento nell’advertising cresce a doppia cifra nel settore, con un +26% considerando il passaggio dal 2019 al 2020, con circa 240 miliardi di differenza. Se all’inizio si poteva ritenere che un boom del genere fosse imputabile esclusivamente al lockdown e ai suoi effetti, ad oggi non è più possibile pensare ciò perché la crescita non si è azzerata, tutt’altro.

Il mercato mobile non è perciò una moda che, per definizione, è destinata a passare, ma vanta numeri paragonabili ad una vera e propria “terza economia”: se questo interrogativo era valido per il 2018, ad oggi è necessario non parlare più al condizionale ma al tempo presente. Le previsioni sono in costante ascesa per i due colossi del settore, App Store e Google Play: il primo direttamente collegato ai dispositivi iOS e il secondo connesso al sistema operativo Android. Le stime per il 2025 prevedono un +21% per quanto riguarda l’App Store mentre l’aumento “si ferma” al +17% in riferimento a Google Play. Le previsioni di spesa degli utenti verso il mercato delle app, sempre in ottica 2025, sembrano poter essere quasi triplicate rispetto a quella calcolata nel 2020. I due giganti del settore sono sempre intenzionati a nuovi investimenti anche per scoraggiare la nascita di possibili concorrenti: è notizia recente, infatti, la volontà di Google di muoversi verso il mondo dell’AI per competere direttamente con Microsoft nel settore.

È però difficile fare un ragionamento complessivo riguardo il mondo delle app perché al suo interno esistono settori molto diversi tra loro. Il maggiore incremento è senza dubbio quello relativo al gaming, dove si è segnato un +22% a livello mondiale. Il dato fa riferimento ai numeri di download, ma spulciando più nel dettaglio a quanti, oltre ad aver scaricato, hanno effettuato spese per i giochi (sempre via app), la cifra aumenta considerevolmente, toccando il +74%. A trainare il mercato è la zona dell’Asia-Pacifico, seguita dal Nord America e poi Europa e Africa. Guardando ai singoli paesi, i trainanti del settore sono senza dubbio Cina e Stati Uniti, che da soli valgono il 48% del mercato. Per dare però un’idea più concreta dei numeri, basta citare come esempio il gioco più scaricato nel 2021, cioè Join Clash 3D. Solo quest’app ha generato ricavi pari a 120 miliardi di dollari. I videogame disponibili online toccano però ogni genere possibile e sono pensati per ogni fascia d’età. Si passa dai tradizionali giochi di carte ai tornei di scacchi e dama, in cui si possono comprendere le regole della dama italiana e di tutte le sue varianti, ma anche giochi sportivi come corse automobilistiche o partite di calcio, piuttosto che gestionali o manageriali. La lista è pressoché infinita all’interno dei singoli store digitali.

Un altro settore particolarmente in voga nel mondo degli store è senza dubbio quello del Lifestyle, termine che include in realtà molte altre sottocategorie: si va dall’abbigliamento al design, passando per la cura della persona e l’elettronica. In questo settore è certamente la Cina il paese leader leader, dove il mercato del fashion conta un valore quasi raddoppiato rispetto agli introiti in USA e Europa. Non mancano inoltre app dedicate all’intrattenimento: la totalità dei servizi in streaming ha infatti la propria applicazione, tutte gratuite nel momento del download ma che successivamente richiedono la sottoscrizione di un abbonamento per poter procedere alla visione. Il riferimento va certamente a colossi come Netflix e Disney+, ma ci sono anche altre piattaforme più di nicchia sempre legate alla visione film e serie tv. Abbonamenti simili vengono offerti anche per quanto riguarda la musica ed i podcast: a farla da padrone in questo settore è Spotify, azienda svedese attiva dal 2006, ma non è l’unica. Servizi simili vengono infatti proposti sia da Amazon (con Amazon Music) sia da Apple (con Apple Music), tutti in grado di garantire un vasto catalogo musicale e soprattutto sempre più podcast per gli utenti.

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