Quegli arcieri taurini luminosi che presidiano la città dai tetti e dalle terrazze torinesi
Sono opera dell’artista Richi Ferrero, poliedrico creatore d’arte a tutto tondo
TORINO. Come tutti i grandi artisti più geniali, Richi Ferrero è creatore d’arte a tutto tondo. È lui l’autore degli arcieri taurini posizionati su tetti e su terrazze torinesi a presidio della città, immortalati nell’attimo in cui stanno per scoccare una freccia dal loro arco.
A sera s’illuminano, e il loro profilo, nelle notti stellate, brilla e si staglia, nitido e rassicurante, su uno scenario naturale suggestivo e fantastico. In città, sono almeno tre questi guerrieri, sentinelle attente e fedeli alla consegna, che vegliano sulla città che dorme.
Uno è in Corso Matteotti, e spicca lassù, sull’estremo terrazzo di un palazzo, pronto a scoccare il suo dardo appuntito. Un altro ancora è posizionato in Corso Massimo d’Azeglio, all’angolo con Corso Vittorio, attento a presidiare la collina e a dare l’allarme ai Taurini in caso di attacchi nemici improvvisi. Il terzo, non meno vigile e attento, è appostato alla sommità del palazzo di Via Lagrange 12, all’angolo con Via Giolitti.
Ma è riduttivo ricordare Richi Ferrero (classe 1951) soltanto come il geniale creatore di queste artistiche sentinelle stilizzate. Lo abbiamo detto in apertura di questo articolo: Ferrero è un artista a tutto tondo.
Il teatro è l’ambiente in cui si forma artisticamente, e di teatro inizia ad appassionarsi già nei primi anni Settanta, quando fonda, con gli attori del gruppo Zoo di Michelangelo Pistoletto, la compagnia di ricerca Il Granserraglio.
Nel 1992 con le Sorelle Suburbe assume la regia dello spettacolo “Torna a casa Ulisse”, al quale partecipa anche Bruno Gambarotta. Negli anni 1994 e 1995 curerà ancora la regia per le Sorelle Suburbe nei recital “Il meglio del peggio” e “Le Sorelle Suburbe straparlano d’amore”.
Nel 1994, Richi Ferrero progetta “Desiderio”, un tram etnico cittadino trasformato in installazione itinerante, rendendo evidente la sua vocazione di eleggere a palcoscenico la città, teatralizzando lo scenario urbano.
Ferrero è maestro di creazioni di luce e fin dall’inizio della sua attività artistica è portato a sperimentare sistemi innovativi d’illuminazione, specializzandosi nell’irradiare o vestire di luce opere d’arte e monumenti, oltre che nel dare una luce “nuova” alle ribalte teatrali. Sua, ad esempio, è l’illuminazione monumentale della Chiesa della Gran Madre di Torino, con l’intento di trasformare gli elementi e i particolari architettonici dell’edificio di culto in veri attori protagonisti sullo scenario urbanistico della piazza.
Nel 1996 istituisce il Gran Teatro Urbano, Associazione artistica da lui fondata. L’artista spazia dalla regia all’installazione urbana, dall’allestimento scenografico alla scultura ambientale, tendendo a trasformare gli interventi temporanei in opere stabili, e sconfinando sempre più nell’arte visiva. Il suo Gran Teatro Urbano s’impegna nella creazione di progetti artistici capaci di interpretare e cogliere, “con opere installative e scultoree, il gesto teatrale nel suo momento drammaturgico più alto, coinvolgendo emotivamente il pubblico e portandolo ad una partecipazione attiva nel percorso narrativo suggerito dall’opera stessa”.
All’iniziativa torinese “Luci d’Artista”, dal 1998 Richi Ferrero partecipa con grandi installazioni imperniate sulla struttura di una gru edile: l’opera del 2000, “Lucedotto”, è divenuta permanente. Sempre nel 1998 Ferrero allestisce il Museo della Sindone e nel 2000 il Museo del Forte di Exilles, sperimentando l’applicazione dell’esperienza teatrale in un campo completamente nuovo, quello museale.
Per il Museo Teatro alla Scala di Milano cura, su progetto espositivo di Sebastiano Romano, i progetti d’illuminazione de “I Viaggi di Mozart in Italia” (1991) e “Lo spazio della musica nelle ‘Memorie’ di Carlo Goldoni” (1993).
Nel 1994, Richi Ferrero progetta “Desiderio”, un tram ‘etnico’ cittadino trasformato in installazione itinerante, rendendo evidente la sua vocazione di eleggere a palcoscenico la città, teatralizzando lo scenario urbano.
L’attività di Richi Ferrero continua incessantemente anche ai nostri giorni, dando sfogo alla sua poliedrica creatività. Ci sarebbe ancora tanto da dire sulle sue opere, sulla sua attività artistica e sui suoi work in progress. Ma ci fermiamo qui, rassicurati dagli arcieri taurini che lui ha posizionato sui tetti della città, di cui gli siamo grati.
L’attività di Richi Ferrero continua incessantemente anche ai nostri giorni, dando sfogo alla sua poliedrica creatività. Ci sarebbe ancora tanto da dire sulle sue opere, sulla sua attività artistica e sui suoi work in progress. Ma ci fermiamo qui, rassicurati dagli arcieri taurini che lui ha posizionato sui tetti della città, di cui gli siamo grati.
Sergio Donna