Quelle porcellane artistiche di Vinovo che facevano bella mostra sulle tavole di tutte le corti reali europee del Settecento
Erano prodotte dalla Regia Manifattura di Vinovo, che aveva sede nel Castello Della Rovere
VINOVO (Torino). Per molti Vinovo è, in primis, il luogo in cui hanno sede lo storico e prestigioso Ippodromo e il Training Center della Juventus. Ma Vinovo è anche, e forse soprattutto, un borgo bellissimo, ricco di storia e di arte.
La storia di Vinovo si perde nella notte dei secoli: il toponimo di Vicus Novus o Vigonovum è citato in molti documenti ancor prima dell’anno Mille, allorché Vinovo era già sede di un ricetto e di un fortilizio.
Tra i tesori di Vinovo, ricordiamo il Castello Della Rovere: nel suo aspetto attuale, l’imponente edificio risale all’epoca rinascimentale, ma già alla fine del Trecento, qui esisteva un Castrum Novum, probabilmente eretto sul preesistente fortilizio.
Il castello godeva di vaste pertinenze, quali un mulino (tuttora esistente), un cascinale (Cascina Mauriziana) ed altre proprietà terriere, che nel loro insieme costituivano il Feudo di Vinovo.
Nel 1692, quando morì il marchese don Carlo Della Rovere, ultimo membro della famiglia, il duca Carlo Emanuele II assunse il feudo e lo assegnò al conte Carlo Francesco Agostino Delle Lanze, suo figlio naturale. Il figlio di Carlo Francesco, Carlo Vittorio Amedeo, intraprese la carriera ecclesiastica e nel 1732 rinunciò al feudo, che tornò così nelle mani del duca. I Savoia lo assegnarono allora all’Ordine Mauriziano.
Nel 1776, Vittorio Amedeo III vi insediò la Regia Manifattura di Vinovo, rinomata Fabbrica di porcellane, la cui produzione di pregio, tra il 1780 e il 1815 toccò vertici di notorietà in tutta Europa, grazie all’estro di Vittorio Amedeo Gioanetti, medico e chimico.
Tra il 1820 e il 1839, il Castello Della Rovere conobbe alcuni passaggi di proprietà, finché venne ceduto alla famiglia Rey, che lo detenne fino al 1959. Dopo un ulteriore passaggio di mano, dal 1973 il Castello e l’annesso parco, che si affaccia sulla Piazza Luigi Rey, è diventato di proprietà del Comune.