È sullo stile delle Natività “napoletane”, ma con numerosi riferimenti al Piemonte, come il Monviso sullo sfondo, il Po che scende a valle, e il vinaio che spilla dalla botte autentica barbera
Via Rubiana è una strada del Quartiere Pozzo Strada che collega in diagonale Corso Francia con Corso Peschiera. Ma non sta tanto nel suo tracciato diagonale (come non ci si aspetterebbe da una via di Torino) la sua originalità, quanto piuttosto nel raccolto e particolare contesto di questa contrada. Se ci dirigiamo verso Ovest e lasciamo alle spalle il Corso Francia e il Parco della Tesoriera, le case si fanno sempre più basse, il traffico diventa più rarefatto, la strada si restringe un pochino, quasi a raccogliere in un’atmosfera più intima questo tratto di quartiere, che nel Novecento pullulava di piccole fabbriche e bòite artigiane.
Uno scenario davvero ideale per accogliere un Presepe all’aperto: per renderlo ancora più raccolto, ci ha pensato la famiglia di Francesco Mazza, studente del Politecnico con una manciata di esami dalla laurea in Ingegneria Meccanica. Una scelta, mi confessa Francesco, quasi di ribellione: “Entrambi i miei genitori sono medici (originari di Lamezia, in provincia di Catanzaro), ma si sono tutti e due laureati all’Ateneo torinese, dove si sono conosciuti, per poi sposarsi qui a Torino, dove si sono definitivamente trasferiti); francamente di Medicina sentivo parlare anche troppo in famiglia, per cui era inevitabile che intraprendessi un differente corso di studi”.
Ma torniamo al Presepe. Per visitarlo, visto che è stato realizzato all’interno di un piccolo giardino condominiale, al civico 41 bis della Via, basta suonare il campanello della palazzina. Anzi, basta spingere il cancelletto di ingresso, dal momento che in questi giorni che precedono e seguono il Natale è quasi sempre aperto o quanto meno accostato: qui c’è un continuo via vai di famigliole con i bambini, di pensionati, curiosi, che si alternano nel visitare e contemplare questa meraviglia. E c’è sempre qualcuno della famiglia disponibile a fornire spiegazioni ai visitatori, e a raccontare la storia di questo originale Presepe.
Mi racconta Francesco Mazza che suo nonno (anche lui si chiamava Francesco), a Lamezia, già ottant’anni fa si dilettava a costruire presepi con scenari nello stile tipico “napoletano”, con capanne, casette, orticelli, ecc. La passione è stata trasmessa al figlio, ed ora è giunta alla terza generazione di presepisti.
A dire il vero, la vasta scenografia sulla quale si stende il Presepe di Via Rubiana è in gran parte anche merito di uno zio di Francesco, Fernando d’Amato, cognato della madre, un poliziotto in pensione che si è infervorito e specializzato sempre più nella realizzazione di casette (ora sono un centinaio) con tanto di balconi, terrazzi, tetti e arredi interni, disseminate tra le alture e le colline artificiali di questo grande e artistico scenario della Natività.
Il Presepe è all’aperto, illuminato anche di giorno da un impianto di lucine suggestive, che di sera ne accrescono il fascino. Inutile dire che il Presepe è “animato” da decine di figuranti in miniatura, che rievocano scene bucoliche e attività di vita quotidiana. C’è l’immancabile fornaio, c’è lo scuoiatore del maiale, c’è il pastorello, il vasaio, il salumiere alle prese con i prosciutti, il fornaio, la massaia con il mastello, il vinaio con la botte da cui sgorga autentico barbera, il pescivendolo, c’è il pollaio e c’è l’orticello con le erbe aromatiche. Sullo sfondo, le Alpi, tra cui spicca la sagoma imponente del Monviso, e dal quale scende a valle, gorgogliando, il Po.
Un’altra curiosità. Trattandosi di un Presepe in stile “napoletano”, non mancano neppure alcuni riferimenti all’attualità, come quel piccolo campo da tennis, un po’ nascosto e a ridosso delle rocce, per ricordare la passione sportiva di famiglia.
Davvero un Presepe che vale la pena da visitare, anche per riscoprire l’incanto e il vero senso della Natività. E complimenti alla famiglia Mazza per la geniale creatività e per la amabile disponibilità con cui accoglie i visitatori, come se fossero amici da sempre.
Sergio Donna | 24 Dicembre 2024