Reduce da intervento al cuore senza incisioni, il dottor Brscic racconta: ecco come ci siamo riusciti
TORINO. Un intervento di notevole complessità è stato portato a termine, con successo, dall’équipe specialistica del Maria Pia Hospital di Torino, coordinata dal dottor Elvis Brscic: su un paziente ottantenne è stata eseguita la rivascolarizzazione coronarica e la plastica della valvola mitrale in un’unica sessione operatoria e senza incisioni. Le strumentazioni necessarie al cardiologo interventista, infatti, sono state introdotte con una puntura all’altezza dell’inguine. Il paziente, a 48 ore dalla doppia procedura, ha lasciato la terapia intensiva per il trasferimento in reparto.
Il quadro clinico del paziente era piuttosto complicato: presentava una condizione di grave scompenso dovuta a malattia della coronaria sinistra, occlusa in tre punti e fortemente calcificata, unita ad un altrettanto importante difetto nella coaptazione, ovvero chiusura, dei lembi valvolari mitralici e conseguente reflusso di sangue durante la contrazione del cuore. Il passaggio del sangue tra atrio e ventricolo sinistro non avveniva nel modo corretto. L’ECMO, una sorta di pompa artificiale per l’ossigenazione del sangue, ha permesso una vera e propria circolazione extracorporea che ha supportato l’intervento a livello emodinamico, fondamentale considerata la situazione di critica compromissione cardiaca del soggetto anziano. L’intervento, avvenuto con anestesia generale, è durato quatto ore e si è svolto in due parti: la prima per ‘liberare’ dalle occlusioni la coronaria sinistra, la seconda per ‘riparare’ la valvola mitrale non più funzionante, riportandola alla normalità grazie all’adozione di particolari e minuscole mollette chiamate MitraClip.
«Il risultato ottenuto – spiega il dottor Brscic – è equiparabile a un’operazione cardiochirurgica tradizionale, ma senza incisioni, nemmeno mininvasive, del torace. Le strumentazioni e i device necessari al cardiologo interventista, infatti, sono stati introdotti con una sorta di puntura praticata all’altezza dell’inguine: la MitraClip con accesso venoso-femorale; questo è un dispositivo in grado di riparare la valvola mitralica per via percutanea in pazienti altrimenti non candidabili alla sala operatoria, poiché ad alto rischio chirurgico. La clip viene fatta avanzare fino al cuore per creare un ponte tra i due lembi collassati della mitrale, e correggere il difetto valvolare. Il Rotablator, con accesso arterioso-femorale per il trattamento della lesione coronarica, calcifica indilatabile tramite il passaggio di una piccolissima fresa rotante a forma di oliva montata sulla punta di un catetere che ruota ad alta velocità. Il Rotablator è in grado di asportare la placca aterosclerotica frantumandola in microscopici frammenti che verranno riassorbiti dai vasi capillari a valle della lesione. Tutto ciò con un vantaggio consistente per il paziente, grazie ad un recupero post operatorio più rapido – conclude il dottor Brscic. – Il paziente ora affronterà un periodo di riabilitazione cardiologica all’interno di Maria Pia Hospital e successivamente verrà dimesso dall’ospedale. Il follow up prevede un primo step a 30 giorni, con esecuzione di ecocardiografia di controllo, dunque a 6 mesi e 1 anno. Dovrà altresì attenersi ad una specifica terapia farmacologica anche in ragione degli stent medicati impiantati nella coronaria di sinistra”. Non sono frequenti i casi di metodica combinata.
In Italia quasi 700 mila persone soffrono di scompenso cardiaco; sono 1 milione gli italiani a rischio. Si tratta della prima causa di morte nei paesi occidentali. È una sindrome clinica complessa che si verifica in seguito a una riduzione dell’efficienza contrattile del cuore che non riesce a pompare e distribuire il sangue in tutto il corpo in maniera adeguata alle richieste dell’organismo, causando una ridotta ossigenazione di organi e tessuti del corpo umano e la compromissione della qualità della vita. Le cause principali possono essere: patologie del cuore e del sistema cardiovascolare (ad es. ipertensione e infarto), ipertiroidismo, anemia, ipercolesterolemia, insufficienza renale, terapie farmacologiche, infezioni dell’apparato respiratorio. Lo scompenso può essere cronico, con progressione lenta e graduale, oppure acuto, improvviso e molto grave. Per prevenirlo è consigliato: seguire un corretto stile di vita, fare dell’attività fisica regolare, una sana alimentazione, controllare il peso corporeo ed evitare cattive abitudini come il fumo o l’abuso di alcolici. Fondamentali screening regolari per valutare lo stato di salute. La cura può essere di tipo farmacologico, la “terapia elettrica” stimola il cuore quando la sua efficienza risulta essere alterata; oppure di tipo chirurgico con Micra TPS, il pacemaker più piccolo al mondo impiantato per via percutanea.