Residenze scomparse, Mirafiori e Viboccone: nuovo incontro per il ciclo “Giovedì sabaudi”
In occasione del quinto incontro del ciclo di conferenze telematiche “Giovedì sabaudi”, promosso dal movimento culturale “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione” presieduto da Fabrizio Giampaolo Nucera, i riflettori saranno puntati su un tema legato alle vicende architettoniche e storiche di due residenze sabaude non più esistenti, ma che hanno lasciato traccia di sé nella toponomastica torinese: il palazzo del Viboccone, nello storico quartiere di Regio Parco, e il castello di Mirafiori, da cui trae il nome un altro quartiere cittadino, Mirafiori, la cui espansione novecentesca è connessa allo sviluppo del distretto industriale automobilistico.
La conferenza, condotta da Alessia Giorda, appassionata di storia sabauda e piemontese, consentirà al pubblico, attraverso testimonianze del tempo e illustrazioni, di immaginare la grandiosità e la magnificenza di queste due “maisons de plaisance” che, erette all’inizio del Seicento, facevano parte del nucleo primigenio della cosiddetta “Corona di Delizie”, espressione coniata nel 1679 dall’architetto di corte Amedeo di Castellamonte per designare un complesso e articolato sistema di terreni, parchi e edifici residenziali extraurbani appartenenti ai sovrani sabaudi e situati, quasi a formare una cintura di protezione, attorno alla città che era stata ufficialmente consacrata nel 1563, per volere del duca Emanuele Filiberto, come capitale del Ducato di Savoia e sede della corte.
Entrambe le “delizie”, da intendersi come luoghi deputati allo svago, ai diporti e alla caccia, presero forma nel primo Seicento, nel periodo di transizione tra manierismo e barocco, quando a governare sulle terre del Ducato era Carlo Emanuele I (1580-1630), anche se la politica di acquisizione di tenute e terreni negli immediati dintorni della città capitale, sui cui sarebbero sorte le residenze sabaude extraurbane, era già stata avviata, con lungimiranza, dal padre, Emanuele Filiberto.
Il castello di Mirafiori, sorto sugli spalti del torrente Sangone, a sud della città-capitale, su terreni in precedenza di proprietà del duca di Nemours, era stato voluto dal sovrano in omaggio alla moglie, Caterina Micaela di Asburgo-Spagna, come traspare dal nome della residenza, battezzata di “Miraflores” in ricordo della certosa tardo-gotica di Miraflores, situata nella regione iberica di Castiglia e León, cui la giovane consorte, figlia del re di Spagna Filippo II, era profondamente devota. Per scoprire le tracce, in piccola parte ancora visibili, della seconda delizia, il palazzo del Viboccone, occorre invece spostarsi a nord, nella fascia territoriale compresa tra la Stura e la Dora, acquistata dal duca Emanuele Filiberto, in cui il successore Carlo Emanuele I avrebbe fatto erigere la residenza, circondata dall’immenso Regio Parco: qui, nell’area un tempo occupata dalla magnifica dimora, celebrata nei versi del poeta Giovan Battista Marino, sorge oggi l’edificio della ex Manifattura Tabacchi, realizzato nella seconda metà del Settecento su progetto dell’architetto Benedetto Ferroggio in sostituzione della scomparsa costruzione sabauda.
Il prossimo appuntamento del ciclo “Giovedì sabaudi”, a cura di Alessia Giorda, che ricopre l’incarico di Referente della Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Storico del Museo e della Residenza Sabauda di Rivoli, andrà in scena giovedì 21 aprile, con inizio sempre alle ore 21, su un argomento storico, la “Battaglia dell’Assietta”, avvenimento militare assurto a simbolo della determinazione e della capacità di resistenza del soldato sabaudo, espresse nell’appellativo “Bogia nen”, in seguito adoperato per definire un tratto distintivo del carattere piemontese.
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