La storica dimora si trova sull’unica collina dei dintorni, in cima al paese di Moncrivello, il cui toponimo pare derivare da Monscravellum o Monscaprarum, monte delle capre. Il borgo, adagiato sui rilievi dell’orlo sud-orientale dell’anfiteatro morenico, appartiene geologicamente al Canavese, ma le vicende storiche lo hanno legato sin dall’Alto Medioevo al Vercellese.
Nel 1394 passò ai Fieschi, conti di Lavagna. Malgoverno e angherie resero ben presto i nuovi signori invisi alla popolazione di Moncrivello, che si ribellò cercando protezione nel duca di Savoia Amedeo VIII e legandosi a lui con patto di dedizione nel 1399.
Il passaggio diretto sotto i Savoia, avvenuto dopo una breve ricomparsa dei Fieschi, segnò l’inizio dell’età dell’oro del castello che, pur mantenendo l’aspetto esterno di fortezza, venne aggiornato secondo un gusto più moderno, con ampie sale, soffitti a cassettoni e raffinate decorazioni in cotto. Nella seconda metà del XV secolo divenne la dimora prediletta della consorte di Amedeo IX, Yolant o Jolanda di Valois, figlia del re di Francia Carlo VII, che negli atti ufficiali si definiva “primogenita e sorella dei cristianissimi re di Francia”, ponendo l’accento sul rango reale. Data la debolezza del marito, affetto da epilessia, Yolant assunse su di sé la responsabilità di governo, come attestato dai docu
Tra gli elementi architettonici di maggior pregio spiccano il torrione d’accesso, quadrato, con apparato a sporgere e fila di beccatelli e caditoie, e il doppio giro di mura che conservano in parte l’originaria merlatura a coda di rondine voluta da Yolanda. La raffinatezza della “civiltà del cotto” piemontese si mostra nell’elegante finestrella sopra l’ingresso, decorata con motivo a tralci di vite, tema che si ripete anche all’interno, nel monumentale camino fatto erigere dalla duchessa.
Nel 1692 il castello passò ai marchesi Del Carretto di Gorzegno, di stirpe aleramica, che lo abitarono sino a che, tra 1817 e 1825, per un incendio, il maniero andò in rovina e l’allora proprietario fece costruire a breve distanza una nuova dimora in veste neogotica. Dopo decenni di abbandono la rinascita del castello cominciò nel 1972 quando la nuova proprietà avviò la lunga opera di recupero di cui oggi possiamo ammirare i risultati.
Voce importante dell’economia agricola di Moncrivello era un tempo la viticoltura, oggi meno praticata, ma il comune è compreso nell’area della Docg Erbaluce di Caluso o Caluso. La qualità dei vini locali è testimoniata dai documenti che attestano la fornitura d
Ricco di spunti interessanti è poi il territorio attorno a Moncrivello, mosso da dolci rilievi morenici e punto d’incontro tra Canavese e Vercellese. Tra i comuni vicini, facilmente raggiungibili, Maglione è celebre per la coltivazione delle pesche, che rende unico il paesaggio in primavera con la fioritura, e per il Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto, mentre Borgomasino, che rivela nel nome la plurisecolare dipendenza dai conti Valperga di Masino, deve la sua fama al ritrovamento di un’importante necropoli, risalente al VII sec d.C., con tombe di epoca longobarda, ma riferibili a uno stanziamento di Bulgari, giunti al seguito de
Infine meritano una sosta Villareggia, con la chiesa romanica di San Martino, unica sopravvivenza dell’antico villaggio abbandonato di Uliaco, che domina il paese dalla collina, e Vische, dove per tre anni dal 1765 al 1768 operò la Fabbrica di porcellane fondata dal marchese Ludovico Birago, conte di Vische, che riportava come marchio un trifoglio turchino e d’oro, dall’arme della casata, e la W di Vische, dall’originario nome germanico della località.
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