Rinasce Tenuta La Fiammenga: una storia dal 1596 tra il Monferrato e le Fiandre
La famiglia Sartirano dà nuova vita alla storica cantina di Cioccaro, frazione di Penango, nell’Astigiano: trenta ettari di vigne e terreni coltivati in biologico. Un’eredità culturale di quattro secoli di vino e di arte
PENANGO. Con la famiglia Sartirano rinasce Tenuta La Fiammenga: i cugini Paolo e Guido danno nuova vita alla storica cantina di Cioccaro di Penango, trenta ettari nel Monferrato nell’Astigiano che già guarda il Casalese. Sono la quarta generazione di produttori di vino che accetta ora una nuova sfida e oltrepassa i confini delle colline di Langa dove da generazioni portano avanti la cantina Sansilvestro e l’azienda agricola Costa di Bussia Tenuta Arnulfo. «È stato amore a prima vista» commentano Paolo e Guido si innamorano parlando dei 25 ettari di vigneti della Tenuta, tutti coltivati in biologico. «La nostra ambizione – spiegano – è rivolta tanto al recupero e valorizzazione dei vigneti quanto alla ristrutturazione della cascina per potenziare l’accoglienza».
L’anno 1596: Pietro Jescot, il Moncalvo e gli artisti fiamminghi
Il nome La Fiammenga deriva da Pietro Jescot, figura affascinante e colta, commerciante di tele originario delle Fiandre. Tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, fu il proprietario della tenuta di Cioccaro di Penango sulle colline del Monferrato astigiano. Importante fu il suo legame con gli artisti locali dell’epoca, quali Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e i fratelli De Wespin, autori della Cappella del Paradiso del Santuario di Serralunga di Crea. La profonda connessione con gli artisti fiamminghi ha definito l’identità culturale fin dal 1596, quando la figlia di Caccia, Theodora, fu battezzata con Jescot come padrino, segnando così l’inizio di una storia intrisa di arte e commercio. La Tenuta è divenuta un luogo dove la passione per l’arte e la viticultura si fondono in un unico, armonioso panorama. La storia di Jescot e Caccia, testimoniata da documenti e racconti, racchiude in sé il valore di una tradizione che vede l’arte non solo come ispirazione ma come pilastro fondamentale dell’identità territoriale.
La famiglia Sartirano: la rinascita della memoria
L’avvento della famiglia Sartirano, con una lunga esperienza nell’imprenditoria del vino piemontese, ha segnato un nuovo capitolo per la Tenuta Fiammenga, portando un soffio d’innovazione pur rimanendo fedeli alla ricca eredità culturale e vinicola del luogo. I Sartirano hanno come mission il rafforzamento del legame con la terra e il recupero di antichi metodi di vinificazione: La Fiammenga si trasformerà in una destinazione enologica che guarda al futuro senza dimenticare il passato. È stato fatto un grande lavoro di reimpianto dei vigneti, mettendo un’attenzione particolare verso la produzione di vini che riflettano l’originalità e la qualità del Monferrato. Oggi, la Tenuta Fiammenga continua a essere un simbolo di come la storia, l’arte e la viticultura possano intrecciarsi per creare vini che non sono solo espressioni di un territorio ma anche testimoni di una ricca eredità culturale.
Venticinque ettari di vigneti nel cuore del Monferrato
La Tenuta Fiammenga sono 30 ettari coltivati in biologico nel cuore del Monferrato, la maggior parte (25) vitati e produttivi, o in fase di reimpianto. Le varietà coltivate sono le tradizionali: Barbera, Grignolino e Freisa; accanto ad altri vitigni che respirano un’aria internazionale, Cabernet, Merlot, Sauvignon, Chardonnay e Pinot Nero. Vitigni internazionali dialogano con quelli locali, tessendo una sinfonia di gusti che celebra l’incontro tra l’anima del luogo e l’orizzonte del mondo.