Ripristinare l’Ovovia da Italia ’61 a Cavoretto: il sogno potrebbe divenire realtà
Durante l’expo di Italia ’61, oltre ad una famosa monorotaia, era stata costruita anche un’ovovia che passava direttamente sul fiume Po, collegando direttamente Torino a Cavoretto. Sessantuno piccole cabine a forma ovoidale molto aerodinamiche, progettate dall’ingegner Ugo Carlevaro e dai colori sgargianti (rosso, blu, giallo), partivano dalla stazione vicina ai padiglioni della “Mostra delle Regioni” e arrivavano al Parco Europa, passando sul fiume e percorrendo, scorrendo su un cavo a 10 metri di altezza: il funzionamento era garantito da un motore elettrico che dava alle cabine la possibilità di raggiungere la velocità di 3 metri al secondo.
La struttura era in grado di trasportare circa 700 passeggeri all’ora e il prezzo del biglietto era di 100 lire. Di questo interessante progetto, tra i più originali realizzati durante l’expo per festeggiare i 100 anni dell’unificazione, rimangono le due stazioni: quella a valle, che per alcuni anni è stata usata come bar/pizzeria (oggi però in cattive condizioni), e quella nel parco collinare, ridotta praticamente a un rudere. In tanti in passato avevano ipotizzato la possibilità di riattivare il percorso dell’ovovia, ma ogni progetto era sempre finito nel dimenticatoio. Troppo elevati i costi di realizzazione a fronte di possibili ricavi troppo esigui. Ma ora che Torino è diventata una delle mete turistiche tra le più importanti d’Italia (e non soltanto in termini numerici), il progetto di riportare in via l’ovovia sino al Parco Europa è tornato d’attualità, magari unendo gli sforzi di pubblico e privato.
Nel 2022 a presentare il progetto in Circoscrizione 8 è stato il consigliere Roberto Passadori insieme al Comitato Parco Europa Vivo. Il preliminare prende spunto da quanto messo a punto a Barcellona, Madrid, Grenoble, Berlino, Lisbona, Ankara, dove esistono funivie per collegano le città a luoghi panoramici. Per i fautori del progetto ciò potrebbe rilanciare il Parco Europa attraverso una struttura ecologica capace da un lato di rappresentare un’attrazione per i turisti, dall’altro di decongestionare il traffico in zona Cavoretto. Sono diverse le soluzioni disponibili e una di queste vedrebbe un gruppo di due cabine alternate (capaci di 10 a 15 persone ognuna) impegnate in un sistema “va e vieni”. Ogni cabina, dotata di posto bici, salirebbe e ridiscenderebbe ad una velocità costante di 6 metri al secondo.