Sabato 22 riprende in Piemonte la stagione venatoria fra proteste e ricorsi
TORINO. Sabato 22 riapre regolarmente la stagione della caccia in Piemonte, ma vi sarà subito un arresto nella giornata di domenica 23, poiché è previsto il primo “stop” stabilito dal calendario venatorio approvato dalla Regione: trattasi della proposta di legge (presentata dall’associazione Federcaccia) di sospendere tale attività nelle domeniche di settembre per tutelare chi frequenta i boschi senza praticare la caccia.
In prima istanza, l’associazione aveva chiesto di sospendere il divieto di caccia per diverse specie di animali – allodola, merlo, pavoncella, fischione, folaga, pernice bianca e lepre variabile. Inoltre, aveva anche richiesto la modifica al calendario venatorio e l’obbligo per i cacciatori di indossare un giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità. Ma per il Tar non vi è alcun motivo di sospendere le nuove regole, poiché i giudici ritengono che queste non danneggiano nell’immediato né l’associazione né i suoi iscritti, i quali devono ancora attendere il giudizio di merito. Inoltre, la Regione è ancora in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sullo stop alla caccia di alcune specie, decisione della giunta Chiamparino sin dal 2015. Era stato il Tar a rivolgersi ai giudici di Roma lo scorso anno, nel valutare un altro ricorso di Federcaccia, in quel caso appoggiata da numerosi comprensori di caccia alpini e da alcuni Atc alessandrini. Ma la Regione non era la sola a schierarsi contro il ricorso, erano sulla stessa linea anche alcune associazioni animaliste, come Lav e Lac.
A breve la Corte dovrebbe pronunciarsi per stabilire se vi è possibilità per la Regione di disciplinare in modo più restrittivo sulle specie cacciabili o se questa sia materia esclusiva dello Stato. A questo punto è però possibile che l’attuale stagione venatoria finisca nel caos, anche dal punto di vista dei suoi organi di governo sul territorio perché, come ricorda Fabio Boveri – commissario degli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) Al3 e Al4 – (in teoria) sino alla fine di settembre “è in piedi un altro ricorso contro gli accorpamenti degli Atc e i nuovi criteri adottati per la composizione dei loro comitati di gestione. Oltretutto, alla scadenza del 5 agosto fissata per la presentazione delle candidature, non c’erano nomi disponibili”. Inoltre, lo stesso Boveri ricorda che a causa della riduzione del numero di cacciatori foranei (cioè provenienti da regioni limitrofe), decisa sempre dalla Regione per salvaguardare il rapporto tra cacciatore e territorio, solo nei due Atc di cui lui è commissario “ci sono oltre 700 doppiette in meno, quest’anno”. In Piemonte risultano circa 25 mila i cacciatori, di cui 7 mila in provincia di Alessandria.