Si è spento Censin Pich, faro della cultura e della letteratura in lingua piemontese
Aveva 91 anni. È stato il fondatore della rivista culturale La Slòira
Si è spenta, all’età di quasi 91 anni, una delle ultime e più autorevoli voci dei Brandé, quella di Censin Pich.
Torinese di nascita (classe 1930), ma con radici canavesane da parte di padre e astigiane da parte di madre, Pich è stato un punto di riferimento della cultura e della letteratura in lingua piemontese del Novecento e dei primi due decenni degli anni Duemila. Collaboratore di Alfredo Nicola, il fondatore della prestigiosa rivista di cultura musicale del territorio Musicalbrandé fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, ne ha poi assunto la direzione per poi trasformarla nella rivista La Slòira, con un più vasto raggio culturale, esteso anche alla poesia, alla storia e alla letteratura, dirigendola con passione, competenza e dedizione, fino all’ultimo respiro, affiancato in redazione da Dario Pasero.
Censin Pich si è sempre battuto per la diffusione, la tutela, la valorizzazione della cultura e della lingua piemontese.
Saggista, poeta, linguista, maestro di prosa giornalistica, Censin Pich ha saputo dare nuovo smalto e vigore alla parlata regionale, con testi fluidi, di chiara fruibilità con l’uso di vocaboli spesso rari e ricercati, ma di immediata interpretazione, dopo averli rispolverati dal più antico lessico piemontese e riportati a rinnovata attualità.
Decine sono le sue recensioni, le sue segnalazioni, i suoi saggi e le sue pubblicazioni. Ricordiamo, tra la sua copiosa bibliografia d’eccellenza, per motivi di spazio, solo alcune opere, come “La Leteratura piemontèisa dal prinsipi al di d’ancheuj” (Chieri, 1974), la “Sernia ’d pròse piemontèise dla fin dl’Eutsent” (Torino, 1972). Con Dario Pasero (Dario Pasé) ha pubblicato “Sapèj” (Ivrea, 1996). La silloge di poesie piemontesi “Për ël Piemont e ‘l mond e d’àutri mond” è stata pubblicata ad Ivrea nel 2002.
Lo rimpiangiamo con infinita tristezza.
Torino, 4 Settembre 2021 | Sergio Donna
Fonte: Censin Pich, Wikisource, versione in lingua piemontese