Sino al 14 febbraio da Camera l’antologica dedicata al maestro francese Robert Doisneau
TORINO. Resterà aperta sino al 14 febbraio l’antologica dedicata al maestro francese Robert Doisneau, uno dei più importanti fotografi del Novecento. Ad ospitarla sono le sale di Camera – la mostra che Camera – Centro Italiano per la Fotografia – di via delle Rosine 18. Curata da Gabriel Bauret, la mostra presenta oltre 130 fotografie dell’autore in un percorso che comprende alcune delle sue immagini più iconiche ma anche scatti meno noti, selezionati fra gli oltre 450 mila negativi di cui si compone il suo archivio.
Tra i fotografi più famosi al mondo, Doisneau è considerato, insieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. A partire dalla sua fotografia più conosciuta – che ritrae il bacio di una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi (sotto) – l’esposizione ne racconta la carriera attraverso i temi ricorrenti da lui affrontati in più di cinquant’anni con la fotocamera sempre pronta a scattare: la guerra e la liberazione, il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda, gli artisti.
Nato a Gentilly, un sobborgo di Parigi, nel 1912, da giovane Doisneau studia litografia presso l’ Ecole Etienne, ma ama sostenere che le lezioni più importanti le abbia apprese nelle strade dei sobborghi operai in cui è cresciuto. Nel 1929 inizia ad occuparsi di fotografia lavorando per il fotografo pubblicitario Andrè Vigneau per poi passare, agli inizi degli anni ‘30, a lavorare come fotografo industriale per la Renault. Già in questo periodo inizia a fotografare nelle periferie parigine con l’obbiettivo di vendere i propri scatti alle riviste di fotografia che proprio in quegli anni iniziavano ad espandersi.
Con lo scoppio della guerra , interrompe momentaneamente le attività di fotografo ed entra a far parte della Resistenza, mettendo a a disposizone le proprie capacità di litografo per falsificare documenti. Finita la guerra, ricomincia a scattare a scopo pubblicitario, e realizza anche alcuni reportage per Vogue. Nel 1949 pubblica il suo primo libro di fotografie “La Banlieu de Paris”, il primo di una lunga serie di volumi con immagini di Parigi e dei parigini.
Negli anni ‘50 diviene membro di “Group XV”, associazione di fotografi dediti alla ricerca tecnica ed artistica in campo fotografico. Da quel momento in avanti, proseguie la sua carriera di fotografo senza interruzione, regalandoci un vasto repertorio di immagini in cui giustappone elementi tradizionali ed anticonformisti, immagini caratterizzate da uno spiccato senso dell’ umorismo, da sentimenti anti-establisment e soprattutto da un profondo e sentito umanismo.
Per orari e costi d’ingresso consultare il sito https://www.camera.to