Suoni e canzoni dei lager in un volumetto della Regione
Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret. E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato.
La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber.
«La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, “se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore”».
Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line cliccando QUI.