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Tante novità nella guida Osterie d’Italia 2019: la presentazione lunedì

TORINO. Lunedì 24, nella giornata conclusiva del salone, è previsto il tradizionale grande appuntamento con Osterie d’Italia 2019: un’occasione unica per ripercorrere i 29 anni di un volume che ormai non può mancare nella libreria degli appassionati di gastronomia. Appuntamento alle ore 11 in Sala Gialla di Lingotto Fiere.

Nel corso degli anni la guida ha visto crescere il suo successo, anche grazie all’evoluzione e alla trasformazione delle vecchie osteria che sono andate assumendo nuove forme, anche solo qualche lustro fa imprevedibili e inattese. Tradizione e territorio sono diventati concetti propri dell’osteria tanto quanto nella ristorazione d’avanguardia. La ricerca di sapori e prodotti lontani ha lasciato il posto a nuove forme di localismo e in ogni cucina d’Italia si ragiona di prodotti di prossimità e di ricette della nonna.

Nella guida convivono locali di estrema semplicità che propongono pochi piatti di strettissima tradizione, e altri che puntano su ricette di fantasia e prodotti lontani dalla propria cultura gastronomica, ristoranti dove dietro i fornelli ci sono la mamma lombarda e la nuora cinese che porta nelle ricette un po’ dei suoi sapori. E ancora, ci sono le osterie guidate da giovanissimi e quelle cittadine, dove il tema del territorio è più sfumato e difficile da definire. La guida Osterie d’Italia racconta questo caleidoscopio fatto di tanti piccoli frammenti che uniti sono la migliore immagine possibile di quale sia oggi lo stato della cucina italiana.

All’interno dell’ultima edizione si è deciso di aprire con un decalogo che celebra le caratteristiche dell’osteria per eccellenza, partendo dall’accoglienza, che resta la pietra angolare, per proseguire con l’attenzione verso un corretto rapporto tra qualità e prezzo e la capacità dell’oste di scegliere le materie prime e di utilizzarle in modo corretto. A tale proposito, quest’anno – ed è la prima novità – sono stati raccolti i locali particolarmente attenti nella scelta dell’olio extravergine proposto a tavola e adoperato in cucina. Rinnovata l’attenzione per il simbolo della bottiglia, il primo a essere comparso nel 1993 che segnala quali osterie si distinguono per la selezione dei vini. Oltre alla bottiglia, come in ogni edizione, si trovano le chiocciole, per i locali che colpiscono per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza, e i formaggi, per quelli con una valida selezione di latticini. Non mancano le segnalazioni dei locali che hanno qualche camera per soggiornare, un orto di proprietà, di quelli che offrono piatti vegetariani o adatti a chi non può consumare glutine.

Curatori della guida, che fa parte della Colla Slow Food, sono Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni. Il prezzo è di 22 euro.

Redazione

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