Tra “montoneros” e “desaparecidos”, il racconto di una coppia di origini piemontesi
CHIVASSO. E’ una storia che incomincia quarantadue anni fa, in Argentina, quando Isabelita Peron viene deposta da un “golpe” militare e il potere viene assunto da un dittatore, il generale Jorge Videla. In quel periodo vive da quelle parti una coppia di origini piemontesi, Estela Robledo e Daniel Esteban Pittuelli, la cui vita pubblica e privata s’intreccia con la dura situazione che il Paese andino vive per sette lunghi, dolorosi anni, quelli della repressione militare, delle torture subite dagli oppositori, della lotta dei “montoneros” (i guerriglieri giustizialisti socialisti), della tragica storia dei “desaparecidos”. Estela vive a Còrdoba ed è impegnata in un’associazione parrocchiale che è principalmente dedita agli aiuti nel Terzo Mondo, ritenuti illegali dal potere: la donna viene arrestata e partorisce in prigione la secondogenita. Daniel è attivista sindacale, ma viene accusato di sovversione dagli uomini del regime e, conseguentemente, incarcerato anch’egli. Tutti e due i coniugi scontano per tre anni le loro pene: quindi fuggono in Italia, nella terra dei loro avi, e usufruiscono degli appositi aiuti messi a disposizione dalla Regione Piemonte. Nel 2003 Pittuelli scrive anche un libro, intitolato “Né oblio né perdono”, andato esaurito.
La sera di venerdì 4 maggio, con inizio alle 21, alla biblioteca MoviMente di Chivasso, nel quadro delle iniziative sul tema della libertà che la locale sede dell’Associazione Nazionale Partigiani ha approntato per la ricorrenza del 25 aprile, Estela e Daniel racconteranno la loro vicenda in un incontro che è stato intitolato “ Nunca mas ! “ (cioè “Mai più ! ” in spagnolo), dal titolo di quello che fu il rapporto che, caduta la dittatura, il nuovo regime democratico elaborò, facendo conoscere a tutto il mondo il problema dei “desaparecidos”. Questa preziosa testimonianza sarà preceduta da una presentazione di Fabrizio Debernardi.