La raccolta, manuale o meccanizzata a seconda delle dimensioni aziendali, viene effettuata o in un unico passaggio, quando tutte le nocciole sono già cadute a terra, oppure a più riprese. Di solito si adotta la seconda opzione per evitare un prolungato contatto tra le nocciole cadute e il terreno, che favorisce l’aggressione da parte di muffe e funghi. Per consentire una buona conservazione delle nocciole è essenziale sottoporle a essiccazione, per abbassarne il tasso di umidità, eseguita con metodi naturali, lasciando i frutti esposti al sole su graticci o pavimentazioni in cemento, o con ventilazione forzata di aria calda attivata da appositi macchinari.
Tradizionalmente utilizzata, come la noce, per ricavarvi l’olio, la nocciola Piemonte Igp (Indicazione Geografica Protetta), qualifica che dal 1993 designa la Tonda Gentile delle Langhe, varietà cui appartiene la nocciola coltivata in Piemonte, è oggi in prevalenza destinata all’industria dolciaria, che ne apprezza le caratteristiche organolettiche e tecnologiche.
Tra le più significative ricordiamo la forma “rotonda”, che riduce il rischio di rottura del seme durante la fase di
Fu il garessino Emanuele Ferraris ad intuire le potenzialità del nocciolo, resistente ai parassiti e coltivabile sino alle fasce alte delle colline, come alternativa alla viticoltura in un momento storico, il primo Novecento, in cui la sopravvivenza stessa della vite in Europa era minacciata da malattie come oidio e peronospera e da un autentico flagello come la fillossera. In territori meno vocati alla vite come le Alte Langhe si diffuse così la corilicoltura, che è tuttora un cardine dell’economia agricola locale.
Punto di svolta nel largo uso della nocciola nella pasticceria piemontese fu l’embargo imposto da Napoleone nel primo Ottocento ai prodotti coloniali britannici, che pregiudicò l’approvvigionamento di cacao. Per sopperire alla carenza di materia prima, i cicolaté dovettero ingegnarsi miscelando il cacao con le nocciole tostate e macinate. Dallo sposalizio tra cacao e nocciola Piemonte nacque la celebre pasta gianduia, perfezionata a metà Ottocento da Michele Prochet, socio di Caffarel, ideatore nel 1865 del Gianduiotto (in origine Givo).
Dalla spremitura a freddo della nocciola Piemonte, che si distingue rispetto ad altre varietà per l’alto
Tra i prodotti dolciari tradizionali del Piemonte a base di nocciole ricordiamo la popolare torta di nocciole, che nasce dal connubio di tre ingredienti principali, nocciole, uova e zucchero (conformandosi alle versioni più antiche della ricetta alcuni laboratori escludono l’impiego della farina), e i nocciolini di Chivasso, creati attorno al 1810 da Giovanni Podio e lanciati su vasta scala dal genero, Ernesto Nazzaro, fornitore della Real Casa al tempo di re Vittorio Emanuele III.
(Le foto sono state fornite dall’azienda Altalanga)
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