Un nome, due storie: “cateRINA”
Il piacere di recensire (e ri-recensire) il primo sorprendente romanzo di Caterina Canavosio
Davvero intrigante l’esordio letterario della scrittrice pinerolese Caterina Canavosio, al punto da indurre due diversi redattori dello stesso quotidiano on line, Piemonte Top News, a scrivere, di getto, una recensione sul suo primo romanzo, il che – a dire il vero – non rappresenta comunque mai una ripetizione, perché ogni lettore, attento o superficiale, ogni critico letterario, più o meno affermato, ha un approccio diverso alla lettura, e ciascuno di essi può trarre ed esprimere al Lettori sensazioni ed emozioni diverse, anche molto diverse, ma che si integrano tra loro.
Il titolo dell’opera è al tempo stesso un intarsio, o forse una crasi o una sciarada: “cateRINA”. Sì, proprio così: la prima parte del titolo è scritta in minuscolo, mentre la seconda parte è scritta, volutamente, in maiuscolo: lette di seguito, le due componenti formano un unico nome: Caterina. Ma attorno a questo nome proprio femminile, si snodano due storie. Due? Sì. Semplicemente perché le Caterine protagoniste della storia sono due. Da un lato, c’è Cate, la Caterina autobiografica della scrittrice, che in queste pagine si specchia con umiltà e candore di fronte al lettore; e dall’altra c’è una seconda Caterina, Rina, che pagina dopo pagina acquista rilievo e diventa la vera protagonista della scena, l’eroina della trama, grazie ad una paziente ricerca storica, che l’Autrice conduce sui Canavosio di Buriasco, un borgo a sei chilometri da Pinerolo, nel cuore della Val Chisone.
Caterina Canavosio in questo romanzo ripercorre a ritroso la storia di tre generazioni, o meglio: di quattro generazioni, visto che la sua scrupolosa e appassionata ricostruzione storica inizia proprio dagli ultimi virgulti dell’albero genealogico di famiglia, i suoi due figli Manuele (2004) e Mattia (2002). E di lì procede in senso inverso, dalle fronde alle radici, intervistando con delicatezza e riservatezza tutti i suoi numerosi zii e zie paterne, per ricostruire con dovizia di particolari il loro stile di vita contadino di metà Novecento, e quello dei loro genitori, nonno Benedetto (detto Pierino) e nonna Rina, una coppia fedelmente e saldamente legata dall’amore e dal lavoro, capace di mettere al mondo ben dieci figlioli.
Se Caterina Canavosio ha conosciuto l’affetto di nonno Pierino, con cui ha condiviso a Frossasco gli anni dell’infanzia e della prima adolescenza, e ne conserva il ricordo con grande tenerezza, non ha invece mai conosciuto la nonna paterna, nonna Rina. Al termine di questo percorso di scandaglio nelle memorie, ne riesce però a ricomporne il ritratto caratteriale, la tempra, la personalità, ricostruendone con efficacia il fondamentale ruolo di madre esemplare, di moglie fedele e di lavoratrice infaticabile. Una donna altruista, generosa, dalla fede solida e vivace, che però una malattia dal decorso troppo rapido l’ha precocemente strappata ai suoi cari.
Caterina Canavosio dipinge in queste pagine un affresco luminoso, ma non agiografico, in cui nonna Rina sembra rivivere, come in un sogno reale, accanto alle zinnie, alle dalie e alle rose bianche del suo curatissimo giardino.
Un romanzo impregnato di poesia e di sana piemontesità d’antan. Da leggere, da rileggere, e da… recensire (anche più volte).
Mi permetto infine di aggiungere a conclusione della mia recensione questo mio sonetto, ispirato dalla lettura del libro:
Nonna (Cate)Rina
Luigi Tegas nato a San Secondo/ dall’alto della Storia subalpina/ fu compiaciuto quando venne al mondo/ la quasi compaesana Caterina.// Sotto il grembiule d’una contadina/ un cuore nascondeva nel profondo/ di donna generosa, pia, genuina/ con l’animo altruista a tutto tondo.// Di dieci figli madre indaffarata/ a tutti dispensava amor genuino.// A quarantotto anni se n’è andata:/ ingrato fu con lei fato, destino…/ Ma in maggio sboccia ancora profumata/ la bianca rosa tea nel suo giardino.
Nota: Lirica dedicata alla scrittrice Caterina Canavosio (detta Cate), nipote di Caterina Bosso in Canavosio (detta Rina), sua nonna paterna, madre di dieci figli, contadina e imprenditrice agricola, scomparsa prematuramente il 24 Giugno 1967 all’età di 48 anni. L’azienda agricola dei Canavosio (oggi condotta da uno zio paterno di Caterina Canavosio) aveva sede a Buriasco, in Via Luigi Tegas al civico 3. Tegas, nativo di San Secondo di Pinerolo, fu un deputato del Regno di Sardegna, ma ricoprì anche altre importanti cariche politiche e amministrative.
Info e prenotazioni: canavosiocaterina@gmail.com
Caterina Canavosio, “cateRINA” | un nome, due storie”, 164 pagg., 15 €, LAR Editore, 2023
Sergio Donna | 4 Luglio 2023