TORINO. Nel 1919 nasceva uno dei più forti calciatori italiani di sempre, forse addirittura il più forte: Valentino Mazzola. Sono già trascorsi 100 anni, a nessuno sembra vero. Di cose ne sono cambiate da quando Valentino faceva sognare con la sua tecnica eccellente, il suo impetuoso stacco di testa e la sua grinta da goleador indiscusso della squadra del Grande Torino. Sì, perché il calcio di allora è sicuramente un contesto nettamente diverso dal calcio contemporaneo, quello che siamo abituati a seguire noi, a cui il mito di Valentino è stato solo purtroppo raccontato da foto ormai ingiallite e da qualche ripresa di scarsa qualità dell’epoca.
Quando Valentino giocava, c’erano gli scarpini chiodati, le magliette che i calciatori indossavano per le partite assomigliavano più a delle camicie, che a delle divise da calciatori, ed erano lontanissime da quelle attuali, “iper-tecniche” e “iper-griffate” da sponsor e quant’altro, poi c’erano i palloni, durissimi da calciare e con le cuciture sporgenti, vere e proprie armi di offesa durante i colpi di testa. Ora è proprio tutto cambiato. Cento anni sono tanti, ma quando si rievocano tragedie come l’incidente di Superga, dove Valentino è stato coinvolto ed ha perso la vita, sembra che il tempo si sia fermato e l’unica frase che viene da dire è: “Sembra successo solo ieri…”. Siamo nel 2019 e vogliamo celebrare il mito di Valentino, ricordando le tappe dei suoi successi calcistici.
GLI ESORDI. La leggenda Valentino Mazzola nasce il 26 gennaio 1919 a Cassano d’Adda. Dopo un’infanzia difficile a causa della morte prematura del padre, approda alla sua prima squadra, il Gruppo Sportivo Carlo Tresoldi di Cassano d’Adda, all’età di 14 anni. Nel 1938-’39 conquista la Serie C nell’Alfa Romeo di Milano.
“È stato molto meglio aver scelto l’Alfa Romeo; se fossi andato al Milano avrei percepito lo stipendio, allora assai notevole, di 100 lire mensili e non avrei lavorato. Meglio assai lavorare: con l’ozio c’era il pericolo di rovinare la mia passione, veramente sana, per il calcio e per la mia carriera”.
I PRIMI ANNI ’40. Nel 1939 Valentino passa al Venezia, squadra di modesta importanza in Serie A, dove incontra e stringe un forte legame con Ezio Loik, insieme costituiranno l’indimenticabile coppia del Grande Torino. A Venezia Valentino conquista la Coppa Italia nel 1941 e nel 1942 viene notato dal commissario della nazionale, Vittorio Pozzo, che lo arruola tra le maglie azzurre.
LA MAGLIA GRANATA. Il 4 ottobre 1942 Valentino esordisce in maglia granata nella partita Inter-Torino, conclusasi 1-0. Realizza invece il suo primo gol nel derby Juventus-Torino 2-5 il 18 ottobre 1942. Grazie a Valentino, il Toro, ribattezzato “Grande Torino”, conquisterà 5 scudetti. Nella stagione ’46-’47 Valentino conquista il titolo di capocannoniere del campionato con 29 gol. L’anno dopo il Toro diventa per tutti il “Grande Torino”, che ancora oggi ci ricordiamo: i calciatori granata segnano durante la stagione 125 gol, un record, addirittura imbattuto ancora oggi!
LA TRAGEDIA. Il 4 maggio 1949 si gioca in Portogallo una partita amichevole per salutare il calciatore portoghese Ferreira, che lascia il mondo del calcio. L’aereo che riporta a casa la squadra granata si schianta sulla collina di Superga, soffocando per sempre la vita e i sogni dei giovani giocatori del Toro. Milioni di tifosi rimangono sbigottiti ed increduli davanti al tragico evento, che strappa inesorabilmente dalla vita di tutti i giorni questi giovani, divenuti subito leggendari.
Valentino perde la vita, a soli trent’anni, in quell’assurdo incidente, che ancora oggi lascia tutti quanti senza spiegazioni e parole. La fama di Mazzola diviene ancora più consolidata e forte grazie al figlio Sandro, una delle punte di diamante della squadra dell’Inter degli anni ’60-’70. La sua personalità riservata, che si tramutava in uno spirito determinato ed energico sul campo da calcio, rimane nel cuore di tutti i tifosi granata, vecchi e giovani.
Il Grande Torino è considerata la squadra italiana più forte di tutti i tempi, grazie alla sua formazione di eccezione e al suo gioco esplosivo, difficile da eguagliare anche per i calciatori di oggi.
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